venerdì 2 ottobre 2015

CASO MARINO - Un sindaco scroccone che ama fare gite a spese dei contribuenti. Tra lui e Renzi chi vincerà la palma degli sfondoni?

I
eri dal Vaticano, mossi da una cristiana misericordia, hanno cercato di buttare acqua sul fuoco. Le considerazioni di Monsignor Paglia, non rappresentano il pensiero della Santa Sede, ma state pur certi che rappresentano la verità.


Marino lo scroccone, è questo il nomignolo maggiormente in voga per evocare la figura del sindaco più chiacchierato del pianeta.

Dalla pagine de “Il Mattinale” abbiamo a più riprese ricordato tutta una serie di mancanze, gaffe, errori e assurdità che hanno visto Marino protagonista nei suoi due anni e mezzo circa alla guida del Campidoglio. Lui e Renzi sembrano assomigliarsi in questo, quasi come fossero in competizione per la conquista della palma degli sfondoni. Non sappiamo chi la vincerà, ci auguriamo solo che presto entrambi possano abbandonare i loro ruoli istituzionali per dedicarsi ad altro. A cose sicuramente meno importanti.

Sorprende come Marino, riesca a farsi fesso; a chiosare con estrema naturalezza di fronte alla verità più lampante. Perché riesce a mentire in maniera così spudorata? Prima di partire aveva fatto sapere che la trasferta sua e dello staff non sarebbe costata un euro ai contribuenti, ed ecco che a pochi giorni di distanza si viene a scoprire l’esatto contrario.
Grazie al lavoro delle forze di opposizione in Campidoglio si è scoperto che la gita di Marino è costata circa 16mila euro all’amministrazione comunale, una somma già registrata nel bilancio come anticipazione di cassa. C’è il rischio quindi che il conto possa anche lievitare, conoscendo il vizietto della manomissione delle note spese, di cui il sindaco Marino si è già reso protagonista ai tempi della sua esperienza americana.
A rivelare questi dati è stato lo stesso avvocato Piazza, capo del cerimoniale del Campidoglio e anch’egli partito alla volta degli States con Marino.

Come se non bastasse poi, la Temple University, la stessa che avrebbe coperto le spese di viaggio, quindi solo trasporto, del sindaco e di una sua collaboratrice, ha reso noto di aver messo a disposizione del sindaco un cachet, per una somma che si aggira intorno ai 5 mila dollari.

Marino impaurito e stordito, per la serie di attacchi ricevuti, ha fatto sapere dal suo entourage che tale somma qualora venisse riconosciuta sarà interamente depositata nel fondo Rome Heritage che il comune di Roma ha istituito presso la King Baoudouin Foundation, con lo scopo di far arrivare risorse dagli Stati Uniti per la conservazione e il restauro dei beni archeologici della Capitale.

Caspita quanta generosità, un gesto nobilissimo quello del sindaco; sulla farsa riga della donazione che fece alla Cooperativa 29 giugno di Buzzi, quando decise di versarle interamente il suo primo stipendio da sindaco.


Un gesto il suo, che sicuramente servirà a colmare lo zero spaccato nella casella finanziamenti ottenuti; già perché il sindaco ci aveva voluto far credere che la sua trasferta americana sarebbe servita per scovare nuovi investitori stranieri disponibili per riqualificare il patrimonio culturale della città. Come se noi venissimo dalla montagna del sapone. Caro sindaco, hai scroccato il viaggio ai romani, anzi agli italiani, hai cercato di elevare la tua immagine affiancandoti a quella del Papa, hai tenuto la tua lezioncina nella tua cara università e per di più hai anche rischiato di prendere un cospicuo rimborso. Detto alla romana: sei veramente un gaggio.

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