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erchiamo
di mettere in secondo piano l’aspetto economico legato all’imbucata del sindaco
Marino in quel di Philadelphia. Soffermiamoci
sulle qualità morali del chirurgo genovese, soffermiamoci sulla sua totale
inadeguatezza.
Il “chiaro” più volte ripetuto
dal Pontefice durante la sua conferenza stampa in aereo, ha risuonato con
estrema durezza nella testa di tutti noi.
Papa Francesco non
verrà certo ricordato come il Papa furioso, lungi da noi dare eccessivo rilievo
alla figura di Marino all’interno del papato di un uomo straordinario, certo è
che risulta complicato rimanere indifferenti di fronte alla reazione del Papa.
Una reazione del tutto giustificata a nostro avviso, un monito rivolto al
sindaco nella speranza che la smetta di fare “un uso politico dell’immagine
papale” citando il buon Accattoli
sul Corriere di oggi.
Non
era la prima volta che Marino tentasse di abusare della figura del Papa per
meri scopi personali; un po’ come quando rimase sotto la scaletta dell’aereo
per omaggiare con il suo saluto il Presidente Obama,
che durante la sua visita a Roma lo aveva sapientemente evitato.
Il Papa già in passato aveva
esternato questo suo malcontento per un cattivo uso della sua immagine da parte
di persone esibizioniste, disposte
anche a prendere la comunione pur di farsi fotografare. Fatto è che l’uomo
della misericordia, o meglio il Papa della misericordia, non ha resistito alla
strigliata nei confronti di Marino.
Il
caso è esploso definitivamente ieri quando monsignor Paglia,
imbeccato con una telefonata bluff dalla Zanzara di Cruciani,
pensando di confidarsi con il premier Matteo Renzi,
ha rivelato i retroscena della visita indesiderata del sindaco Marino.
Ascoltando la telefonata si respira la figura grottesca e pacchiana che Marino
è riuscito a fare.
Non
sappiamo come Marino cercherà
di gestire questo ennesimo scandalo, è certo però che all’interno della
maggioranza capitolina non tutti hanno ben digerito la simonia che lo ha visto
protagonista. Un danno d’immagine non solo per Roma ma per tutto il Paese, una
storiaccia che avrà degli strascichi politici importanti all’interno di Palazzo
Senatorio.
Speriamo
se ne accorga anche Matteo Renzi.
Il Presidente
del Consiglio probabilmente rivede se stesso nella persona e nelle gaffe del
sindaco Marino
e per questo trova enormi difficoltà nel prendere una posizione dura.
Lui
l’unico in grado di metterlo alla porta e di indire nuove elezioni prima della
fine del mandato, in un 2018 che sembra lontanissimo. Ma furbescamente
preferisce temporeggiare, consapevole del fatto che andare al voto domani
significherebbe per il Pd
prendere una mazzata terribile, con inevitabili ripercussioni anche su scala
nazionale. Per
cui Renzi e Marino due facce di bronzo della stessa medaglia.
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