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Ricordano
le gesta dei gemelli del gol, Paolo Pulici e Ciccio Graziani, loro però erano uomini
d’area di rigore; il Presidente del Consiglio e il sindaco di Roma sono più
avvezzi alla forchetta. Con le gambe ben accomodate sotto la tavola imbandita, si
trasformano in due rapaci. Macchine da ingurgito. Un approccio aggressivo, che
entrambi hanno sapientemente manifestato durante le loro gite a spese, anzi a
sbafo dei contribuenti. A Roma ci sono espressioni molto colorite,
per catalogare chi ama farsi bello sulle spalle degli altri, ma abbiamo
preferito rendere l’idea del loro scempio coniando la raffigurazione di chi ama
salutare agitando con enfasi il sombrero altrui.
Immaginatevi
ora Marino, esattamente come Renzi quando era Presidente della provincia
di Firenze, strisciare a più non posso la carta di credito comunale, con un
plafond mensile giustamente portato da 10 a 50 mila euro al mese. Decine e decine di
migliaia di euro andati in fumo tra auto di lusso e cene con politici,
giornalisti e colleghi chirurghi.
La
polemica dei giorni scorsi legata al suo viaggio negli Stati Uniti ha aperto un
vaso di Pandora che difficilmente riuscirà a richiudere. Le forze
dell’opposizione in Campidoglio hanno giustamente richiesto un accesso agli
atti ed è venuto fuori l’inimmaginabile.
Soprattutto
se si ha a che fare con Marino,
che negli ultimi tempi ha dato prova di essere un ragguardevole bugiardo. È
riuscito persino a far infuriare Papa Francesco.
Da oggi inizieranno a fioccare esposti in Procura
e alla Corte dei Conti, dove i magistrati contabili saranno chiamati a decidere se catalogare come
“istituzionali” una serie di cene a base di carpacci di pesce, aragoste e vino
pregiatissimo, che Marino ha offerto a rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio, a luminari della
medicina americani o piuttosto come quella organizzata la sera di Santo Stefano
del 2013, in cui a beneficiare della generosità del sindaco furono dei
giornalisti interessati a conoscere le iniziative dell’amministrazione a
carattere sociale per il periodo natalizio. Quale quello dell’anno successivo?
Bah.
Diventa
difficile commentare e analizzare tali situazioni, siamo al paradosso assoluto
ormai. Sarebbe logico domandare a Renzi
un suo pensiero sulla questione, un parere di chi in passato si è già trovato
in questa scomoda situazione. Non crede il premier che sia giusto rottamare
Marino e dare l’opportunità ai romani di scegliere un sindaco all’altezza?
I
sondaggi evidentemente ora non glielo consentono. Il Pd prenderebbe una legnata assurda, proprio come
quelle che prendono i romani ogni volta che Marino
si siede al
ristorante.
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