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Parole dure quelle dell’ex ministro delle Finanze elleniche, che
ha risposto per le rime alla solita spavalderia, per lo più ingiustificata, del
Presidente del Consiglio italiano.
Una spavalderia insolente e inopportuna; il solito Renzi sempre
pronto ad approfittarsi delle disgrazie altrui.
Uno sciacallaggio elettorale
ad opera di un Presidente del Consiglio non eletto dal suo popolo, ad opera di
un segretario di partito che ha ottenuto la leadership grazie a delle primarie
all’acqua di rosa.
La cosa peggiore è che Renzi persevera nel mantenere
quest’atteggiamento sciocco e insolente nel totale silenzio dei suoi cari
giornaloni, che scodinzolanti quasi benedicono le sortite strampalate del
premier.
La battuta irriverente su Varoufakis, almeno ai nostri occhi, ci consegna l’immagine di chi
vigliaccamente vuole colpire un uomo già ferito.
Sorprende che tali comportamenti vengano manifestati da un
personaggio che si definisce amante dello sport e della sua etica; immaginate
Renzi deridere la Vinci dopo la sconfitta contro la Pennetta agli Us Open? D’altronde lui era li,
avrebbe potuto tranquillamente farlo.
Varoufakis ha saputo
rispondere senza alcuna caduta di stile, sottolineando invece l’incoerenza
politica del segretario del
Pd, ammanicato con l’eurocentrismo tedesco e
pronto a pugnalare alle spalle lo Tsipras di qualche mese fa.
Non sorprende affatto che Renzi abbia fatto lo stesso con il
leader della sinistra inglese Jeremy
Corbyn; considerato il
leader della sinistra dei “loser” e paragonato ai Washington Generals, la
squadra di basket più perdente della storia, Corbyn è stato maldestramente utilizzato
da Renzi per mandare un messaggio alla sinistra dem del suo partito.
In gergo popolare avremmo detto “dire a suocera perché nuora
intenda”; Renzi infatti sostenendo la tesi che “chi di
scissione ferisce, di elezioni perisce”, ha lanciato un monito agli oppositori
della sua linea politica, soprattutto in chiave riforme.
Sembra assurdo dover raccontare tutto ciò, ma è la triste realtà
che ci offre il nostro Presidente del Consiglio. Un personaggio che partorisce
analisi politiche dall’alto del suo 40% alle europee con l’astensione oltre il
50%.
Un professionista della
politica che quanto prima sarà messo di fronte alla verità; solo allora potrà
recuperare la sua anima. Per l’integrità sarà dura.
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