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lo sconforto a Roma. Ignazio Marino
è tornato dal suo viaggio di rappresentanza negli Stati Uniti. In realtà lo
sconforto è doppio. Oltre a rivedere Marino aggirarsi tra i meandri di Palazzo
Senatorio, dobbiamo fare i conti con l’ennesima figuraccia collezionata dal
primo cittadino della Capitale d’Italia.
Marino l’imbucato, Marino lo
stalker, Marino il bugiardo.
Nell’immaginario
collettivo dei cittadini romani, sono queste le raffigurazioni che
caratterizzano il chirurgo genovese. La disperazione è tanta, una città che cade letteralmente a
pezzi e la consapevolezza che ad amministrala ci sia un totale incapace.
Papa Francesco avrà forse scelto la via della verità per sottolineare
la totale inadeguatezza di questo sindaco anche nelle fasi di avvicinamento al
Giubileo? Chi lo sa, certo è che Francesco le bugie non le dice. Marino sì, e non poche. Servirà questo
ennesimo episodio a mettere fine alla sua amministrazione?
Se
non altro la bellezza di 7.017 kilometri percorsi per andare a trovare il Papa,
Marino li ha percorsi a spese di ogni
singolo cittadino romano. Vi sembra normale?
L’aggravante
poi che abbia svolto questo viaggio di rappresentanza per imbucarsi ad un
appuntamento al quale non era stato assolutamente invitato, ci auguriamo che
faccia riflettere qualcuno a Palazzo Chigi.
Ogni
riferimento a Matteo Renzi non è
puramente casuale. È assurdo che dopo due anni di errori e mala gestione questo
sindaco non sia stato ancora mandato a casa.
Marino,
al contrario, tende a peggiorare lo stato delle cose, come nel video di ieri a
seguito delle parole del Papa. Adotta continuamente la tattica del farsi fesso,
del cadere dal pero. Diventa sempre un continuo giustificarsi, una continua
scusa.
Ma veramente spera che qualcuno
si beva la bufala degli investitori stranieri per riqualificare i monumenti e
il patrimonio della città di Roma?
Se
non fosse stato per Della Valle, probabilmente il Colosseo sarebbe caduto a
pezzi, proprio come le metro o altri monumenti. E Marino
che fa? Scappa, come da quel tragico maggio del 2013 in cui è stato eletto
sindaco, o forse dal mese precedente, quando in aprile riuscì ad imporsi alla
sagra delle primarie Pd.
Perché fuggire di fronte alle proprie responsabilità?
Una
cosa è certa, da due anni sulla città di Roma si stanno abbattendo delle
calamità naturali mai viste prima. Marino è la madre
di quelle soprannaturali. È ora di intervenire, ma probabilmente non basterebbero
neanche i caschi blu. Elezioni il prima possibile.
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