martedì 29 settembre 2015

CASO MARINO - Il disperato caso Marino, un sindaco imbucato, stalker e bugiardo come non si era mai visto prima. Elezioni subito, prima che la città crolli definitivamente a pezzi

R
egna lo sconforto a Roma. Ignazio Marino è tornato dal suo viaggio di rappresentanza negli Stati Uniti. In realtà lo sconforto è doppio. Oltre a rivedere Marino aggirarsi tra i meandri di Palazzo Senatorio, dobbiamo fare i conti con l’ennesima figuraccia collezionata dal primo cittadino della Capitale d’Italia.


Marino l’imbucato, Marino lo stalker, Marino il bugiardo.
Nell’immaginario collettivo dei cittadini romani, sono queste le raffigurazioni che caratterizzano il chirurgo genovese. La disperazione è tanta, una città che cade letteralmente a pezzi e la consapevolezza che ad amministrala ci sia un totale incapace.

Ieri l’ennesimo crollo all’interno della Metro A, stazione Piazza di Spagna; ma tranquilli in fondo mancano due mesi all’inizio del Giubileo e le infrastrutture sono pronte e collaudate per accogliere trenta milioni di pellegrini. Sottile ironia la nostra, ma purtroppo doverosa.

Papa Francesco avrà forse scelto la via della verità per sottolineare la totale inadeguatezza di questo sindaco anche nelle fasi di avvicinamento al Giubileo? Chi lo sa, certo è che Francesco le bugie non le dice. Marino sì, e non poche. Servirà questo ennesimo episodio a mettere fine alla sua amministrazione?

Se non altro la bellezza di 7.017 kilometri percorsi per andare a trovare il Papa, Marino li ha percorsi a spese di ogni singolo cittadino romano. Vi sembra normale?
L’aggravante poi che abbia svolto questo viaggio di rappresentanza per imbucarsi ad un appuntamento al quale non era stato assolutamente invitato, ci auguriamo che faccia riflettere qualcuno a Palazzo Chigi.

Ogni riferimento a Matteo Renzi non è puramente casuale. È assurdo che dopo due anni di errori e mala gestione questo sindaco non sia stato ancora mandato a casa.

Il parallelismo con Renzi viene da sé; il premier speso latita sui tavoli decisionali che contano. Non viene invitato né preso in considerazione, ma a differenza di Marino, preferisce glissare e fare finta di nulla. Vedi il tavolo su Siria e lotta al terrorismo.

Marino, al contrario, tende a peggiorare lo stato delle cose, come nel video di ieri a seguito delle parole del Papa. Adotta continuamente la tattica del farsi fesso, del cadere dal pero. Diventa sempre un continuo giustificarsi, una continua scusa.

Ma veramente spera che qualcuno si beva la bufala degli investitori stranieri per riqualificare i monumenti e il patrimonio della città di Roma?

Se non fosse stato per Della Valle, probabilmente il Colosseo sarebbe caduto a pezzi, proprio come le metro o altri monumenti. E Marino che fa? Scappa, come da quel tragico maggio del 2013 in cui è stato eletto sindaco, o forse dal mese precedente, quando in aprile riuscì ad imporsi alla sagra delle primarie Pd. Perché fuggire di fronte alle proprie responsabilità?


Una cosa è certa, da due anni sulla città di Roma si stanno abbattendo delle calamità naturali mai viste prima. Marino è la madre di quelle soprannaturali. È ora di intervenire, ma probabilmente non basterebbero neanche i caschi blu. Elezioni il prima possibile.

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