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’irrilevanza
del nostro Paese è tangibile, si respira nell’aria. L’inconsistenza politica
che ormai caratterizza Matteo Renzi
è deprimente e fa dell’Italia un Paese ai margini dei tavoli decisionali,
sempre nel caso in cui venga invitata a partecipare.
Le trattative sulle sorti di
quest’Europa, che ci piace sempre meno, non vedono il nostro governo come una
forza in grado di spostare gli equilibri e il sottopeso politico di cui
soffriamo rischia di ripercuotersi sulla nostra stabilità interna.
Quando Renzi ottenne il
bugiardo risultato elettorale del 40% alle scorse europee, si riempì la bocca
di buone intenzioni, su tutte quelle di cambiare un’Europa eccessivamente
rigida. Il rottamatore era pronto a
mietere vittime anche in Europa, con la voglia di imporsi anche all’interno del
Pse forte del miglior risultato ottenuto
dal Pd.
Purtroppo per lui non è andata
così; in linea con i fallimenti registrati dal governo, Renzi ha preferito
appiattirsi sulla figura di Angela Merkel, non sapendo cogliere a suo favore il tornado Tsipras
che si stava iniziando ad abbattere sull’Europa.
Noi
abbiamo provato a fornirgli gli strumenti utili per ripartire, o quanto meno
per far riappropriare l’Italia del protagonismo perduto. La lettera a Renzi
scritta dal Presidente Brunetta
rappresenta la giusta ricetta per consentire all’Italia di ridisegnarsi addosso
un ruolo da attore principale e non più da comprimario.
Renzi ha dimostrato carenze
sui contenuti, annunciando “terze vie” piuttosto che “piani B”, sostanzialmente nulla di concreto. E non importa che
il tema fosse Grexit, sanzioni alla Federazione Russia o gestione dell’ondata
migratoria. Sempre e comunque il nostro governo ne è uscito con le ossa rotte e
con le tasche vuote.
È arrivato il momento di
rialzare la testa, concentrarsi sull’Europa da cambiare, rivendicando la forza
delle quattro unioni che avevano tracciato il solco dell’Europa dei padri fondatori. Siamo stufi di fare da tappezzeria nelle grigie
stanze bruxellesi, veder calpestati i nostri valori e la nostra storia. È
giunto il momento di essere come un polverone che si possa abbattere sulla
tappezzeria altrui, quella franco tedesca in particolare.
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