mercoledì 8 luglio 2015

RENZI A BRUXELLES - Renzi fa da tappezzeria a Bruxelles, fa prediche d’anticamera. La tragedia italiana comincia dalla testa (che non c’è)

L
’irrilevanza del nostro Paese è tangibile, si respira nell’aria. L’inconsistenza politica che ormai caratterizza Matteo Renzi è deprimente e fa dell’Italia un Paese ai margini dei tavoli decisionali, sempre nel caso in cui venga invitata a partecipare.


Le trattative sulle sorti di quest’Europa, che ci piace sempre meno, non vedono il nostro governo come una forza in grado di spostare gli equilibri e il sottopeso politico di cui soffriamo rischia di ripercuotersi sulla nostra stabilità interna.

Sulla questione greca si è evidenziato con maggiore forza lo strapotere della Merkel e di Hollande, che hanno del tutto messo all’angolo il nostro Presidente del Consiglio, il quale cerca di recuperare il terreno perduto alternando tweet e dichiarazioni vuote di idee e contenuti.

Quando Renzi ottenne il bugiardo risultato elettorale del 40% alle scorse europee, si riempì la bocca di buone intenzioni, su tutte quelle di cambiare un’Europa eccessivamente rigida. Il rottamatore era pronto a mietere vittime anche in Europa, con la voglia di imporsi anche all’interno del Pse forte del miglior risultato ottenuto dal Pd.
Purtroppo per lui non è andata così; in linea con i fallimenti registrati dal governo, Renzi ha preferito appiattirsi sulla figura di Angela Merkel, non sapendo cogliere a suo favore il tornado Tsipras che si stava iniziando ad abbattere sull’Europa.

Tra le uscite più infelici che ha avuto c’è stata quella dello scorso 1° luglio, quando Renzi ha pensato bene di definire il referendum greco un errore. Il segretario del Partito democratico che condanna lo strumento democratico per eccellenza; un’eterna contraddizione renziana.

Noi abbiamo provato a fornirgli gli strumenti utili per ripartire, o quanto meno per far riappropriare l’Italia del protagonismo perduto. La lettera a Renzi scritta dal Presidente Brunetta rappresenta la giusta ricetta per consentire all’Italia di ridisegnarsi addosso un ruolo da attore principale e non più da comprimario.

Renzi ha dimostrato carenze sui contenuti, annunciando “terze vie” piuttosto che “piani B”, sostanzialmente nulla di concreto. E non importa che il tema fosse Grexit, sanzioni alla Federazione Russia o gestione dell’ondata migratoria. Sempre e comunque il nostro governo ne è uscito con le ossa rotte e con le tasche vuote.


È arrivato il momento di rialzare la testa, concentrarsi sull’Europa da cambiare, rivendicando la forza delle quattro unioni che avevano tracciato il solco dell’Europa dei padri fondatori. Siamo stufi di fare da tappezzeria nelle grigie stanze bruxellesi, veder calpestati i nostri valori e la nostra storia. È giunto il momento di essere come un polverone che si possa abbattere sulla tappezzeria altrui, quella franco tedesca in particolare.

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