martedì 7 luglio 2015

GIUSTIZIA "SEVERINO E MAFIA CAPITALE" - 1) De Luca regna come un satrapo, si tiene tutto. Perché? Ah già, è del Pd e non di Forza Italia… Cambiare la legge, e lo faccia il Parlamento, non i giudici. 2) Roma si scioglie, non per il caldo ma per mafia. Marino si dimetta prima dell’umiliazione e di una caduta di immagine internazionale della nostra Capitale. Triste epilogo di un sub-sindaco


1) SEVERINO

D
e Luca è il proprio il caso di dirlo, regna come un satrapo. Dopo la sentenza che lo ha sostanzialmente rimesso in sella sulla Regione Campania, ha avuto modo di formare la sua giunta. Per la felicità di Renzi.

Se non altro ha avuto modo di ostentare il suo potere amministrativo, facendosi beffa delle liste che lo avevano appoggiato, dando vita ad una squadra di tecnici, ma soprattutto tenendosi per se le deleghe più importanti.
Ha agito in questo modo, perché molto probabilmente la sua figura necessita di una riabilitazione accurata, la sua immagine almeno ai nostri occhi sarà macchiata a vita.

Non perché è stato colpito da sospensione a causa della legge Severino, ma semplicemente perché è stato riabilitato dalla stessa in maniera del tutto parziale.
Tutto grazie al bene stare della magistratura, la quale ha dato vita alla creazione di due Severino, ovvero le Severine.

Una è valida solo per gli esponenti del Pd, l’altra invece nata come legge contra personam, o più semplicemente per assassinare politicamente Silvio Berlusconi, è stata poi utilizzata nella sua forma più primitiva possibile per colpire amministratori o chiunque ricoprisse incarichi istituzionali sempre in quota Forza Italia. Vedi il caso del sindaco Mallegni.

Quanto sta accadendo al sindaco eletto di Pietrasanta rappresenta in pieno una sospensione della democrazia, che genera un doppiopesismo interpretativo della legge.

La prescrizione del reato contestato che si somma all’appello stranamente rinviato di un anno, lasciano pochi dubbi sul fatto che si possa trattare di una mossa politica. Per l’esponente di centrodestra la legge è legge, per un Presidente di Regione Pd la Severino è ingiusta e ingiustificata.

Nella speranza che i giudici toscani si comportino allo stesso modo di quelli che hanno riabilitato De Luca e De Magistris in Campania, noi manterremo alto il nostro impegno affinché una legge incostituzionale come la Severino venga modificata in Parlamento, per restituire credibilità sia alla politica ma soprattutto alla giustizia.



2) MAFIA CAPITALE

È
 scattata l’ora X. Oggi alle 15 a Palazzo Valentini si riunisce il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Franco Gabrielli.
Il prefetto e gli altri membri, tra cui il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dovranno esprimere un loro parere e stilare una relazione che sarà poi spedita al Viminale.
Il tema è il seguente: sciogliere o no il comune di Roma per infiltrazioni mafiose?

Come detto la Prefettura verbalizzerà i pareri dei presenti e dopo aver formalizzato la sua proposta, passerà la patata bollente al ministro Alfano. Scomoda posizione la sua, il capo dell’Ncd, partito di centrodestra, forza di un governo di centrosinistra, che dovrà decidere se bocciare o meno la proposta che manderebbe a casa il sindaco di Roma di centrosinistra.
Basterebbe un semplice decreto ministeriale per respingere l’eventuale parere favorevole allo scioglimento, o in caso contrario portare il tutto in sede di Consiglio dei ministri.

A quel punto l’ultima decisione spetterebbe a Matteo Renzi, che a differenza di quanto accaduto con De Luca, questa volta dovrebbe conoscere bene la procedura.

È risaputo lo status di separato in casa di Marino, con il premier i rapporti ormai sono ai minimi storici. Per Renzi essere il boia e l’esecutore di Marino potrebbe significare un recupero di consensi in termini elettorali su Roma, almeno per il candidato sindaco del Pd che verrà nella Capitale. Certo è che l’immagine di Roma sarebbe definitivamente compromessa, soprattutto con il Giubileo alle porte.

L’augurio è che Marino faccia marcia indietro e riconosca la sua incapacità, che ha portato la giunta del Comune di Roma ad essere condizionata nella sua fase di composizione. Parola di Buzzi, parola di boy scout.

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