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ROMA il livello di
insicurezza sale di pari passo con quello del termometro. Sono giorni caldi
nella Capitale e quanto accaduto nel quartiere Prati la scorsa settimana, con
il tragico omicidio del gioielliere in via dei Gracchi, è solo la punta di un
iceberg pericolosissimo.
La
tensione sociale che accarezza i cittadini romani in questi giorni rischia di
esplodere; il governo e il prefetto di Roma in questo senso non hanno
minimamente aiutato il sindaco Marino.
Quanto accaduto a Casale di
San Nicola lo scorso venerdì è il risultato delle assurde politiche migratorie
del governo, che complice una sinistra progressista, sta letteralmente
contribuendo a far esplodere una bomba con gravissime ripercussioni.
Marino da par suo, si è
letteralmente scagliato sulla signora, con grida e insulti, invitandola qualora
ne fosse in grado a far funzionare insieme i due neuroni in suo possesso.
Reazione
isterica di chi ha perso il controllo della situazione. Marino
dovrebbe sapere che i cittadini sono le uniche vittime degli scandali che hanno
compromesso la sua stessa amministrazione.
Marino non ha scuse per poter
adottare comportamenti simili nei confronti dei cittadini. La coda di paglia
non può avercela il sindaco della Capitale d’Italia.
Il
nervosismo evidentemente sta logorando la sua quotidianità e l’attesa per il
giudizio del ministro Alfano
sulla relazione del prefetto compromette la lucidità del chirurgo genovese.
La
realizzazione della fase 2, quella di un rimpasto della giunta, è continuamente
rallentata e sinceramente ci auguriamo che non veda mai la luce. Dopo
l’abbandono del vicesindaco Nieri,
Marino è sicuramente più debole avendo perso l’appoggio di Sel.
Per questo c’è il rischio che Renzi liberatosi della componente
vendoliana, possa fare la voce grossa, imponendo a Marino una giunta Pd a sua immagine e somiglianza. Difficilmente il sindaco potrà resistere, la sua
ormai è una partita persa.
Per
questo auspichiamo che possa tornare suoi passi prima di consegnarsi
definitivamente al controllo renziano.
Le sue dimissioni
rappresenterebbero uno scatto d’orgoglio in grado anche di riqualificare la sua
immagine d’incapace. Roma ha bisogno
di nuove elezioni, e con il metodo Brugnaro
a Venezia o Toti in Liguria, abbiamo già
sperimentato la nostra ricetta vincente. Un centrodestra unito non lo ferma
nessuno.
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