lunedì 20 luglio 2015

GIUSTIZIA "LEGGE SEVERINO" - Ce ne sono due. Una è contra Berlusconem, inesorabile e inamovibile, l’altra vale per il resto del mondo, cioè vale poco, anzi niente. Gioia per Mallegni, ma resta l’amarezza per Berlusconi. Bersaglio unico della magistratura e, prima, di una decisione infame del Senato. Aspettiamo con fiducia la Corte europea dei diritti umani


L
a Severino ha preso un’altra mazzata. Questo è poco ma è sicuro.
Il fatto che a beneficiare dell’accoglienza di un ricorso contro la sospensione generata da questa legge che è stata definita “moralizzatrice” sia stato un esponente di centrodestra ma soprattutto di Forza Italia, non può che farci contenti. È buono e giusto.


Massimo Mallegni può riprendere il suo posto da sindaco a Pietrasanta. Feudo del centrodestra, una macchia azzurra nella rossa Toscana.

Qualcuno ci dirà che c’era da aspettarselo; se non altro sono anni che Mallegni è letteralmente perseguitato dai pm. Uno in particolare: Domenico Manzione.

Ex pm, ora sottosegretario agli Interni, fratello della più nota Antonella, amica fidata di Renzi, ora capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi ed ex comandante dei vigili di Firenze.
In realtà fu lei ad accusare Mallegni di qualsiasi tipo di reato le occorresse alla mente, e la sospensione è riferita esattamente a quel processo per il quale Mallegni stesso è stato assolto per ben 51 capi d’imputazione e condannato per uno solo: abuso d’ufficio.

Al momento della condanna, il 3 aprile del 2012, le Severine non erano ancora state partorite. Lo strumento diabolico per fare fuori Silvio Berlusconi non era ancora stato brevettato. Comunque questa ormai è storia e siamo contenti che un giudice abbia fatto giustizia e che il sindaco di Pietrasanta, eletto con oltre il 54% possa buttarsi alle spalle questa triste vicenda.

Dopo i casi De Magistris e De Luca ci era venuto il sospetto che per sospendere la sospensione della Severino bisognasse avere il cognome composto, poi però ci era venuto anche il sospetto che bisognasse essere di sinistra e del Pd. Strano gioco delle parti vero.
Ora il caso Mallegni, che quindi azzera i sospetti sulla composizione dei cognomi e forse anche sull’appartenenza politica.

La discriminante quindi è una sola, ne siamo certi: se ti chiami Silvio Berlusconi hai diritto ad un codice civile e penale ad personam. Un terribile privilegio, che viene donato esclusivamente a chi dal 1994 continua con grande forza e tenacia ad opporsi a questo finto regime democratico.

Un regime che attraverso l’uso politico della magistratura, mira a far fuori chi rappresenta la sola alternativa a quella gioiosa macchina da guerra che ha incancrenito questo Paese.

Forza Presidente, continuiamo insieme a gridare la verità e la Corte europea dei Diritti Umani ti renderà giustizia.

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