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oma e Milano sono due
amministrazioni al capolinea. Vicende differenti, ma con un filo rosso
conduttore che conduce al fallimento.
Personalità differenti quelle di Marino
e Pisapia, ma figlie di logiche sinistre che
hanno consegnato le due città più importanti d’Italia al degrado e
all’insicurezza.
Le
dimissioni del vicesindaco Ada Lucia de
Cesaris certificano per cui una giunta allo sbando. In questo senso il modello Brugnaro/Toti, assume una maggior valenza, dandoci ulteriore
consapevolezza che l’anno prossimo possa essere un anno di successi elettorali.
A
Roma, la situazione è totalmente allo sbando. Marino
prima di partire per Losanna, per l’incontro con il Cio
su Roma 2024 (la cosa ci spaventa un po’), si è lasciato andare a grida rivoluzionare
in salsa Che Guevara del tipo: “venceremos”. Se non se ne fosse accorto, lui e la sua giunta
hanno già perso. Gli resta solo il fidato Orfini
a proteggerlo, mentre il rimpasto che si prospetta servirà solamente per
allungare un’agonia straziante.
Si
rafforzano comunque gli inviti rivolti a Marino di dimettersi, con il solo
Orfini a fargli da scudo umano. Un passo indietro del chirurgo genovese sarebbe la scelta
migliore secondo gli esperti in via del Nazareno. Siamo della stessa idea, se
non altro perché siamo certi della possibilità di ripetere l’impresa Venezia
anche nella capitale.
Si
attende il giudizio di Alfano sulla
relazione prefettizia inviatagli da Gabrielli,
il quale potrebbe fare da spartiacque nell’esito finale di questa vicenda ormai
ridicola. Speriamo che il ministro dell’Interno faccia presto, la città è allo
sbando.
Ci
uniamo al cordoglio della famiglia del povero gioielliere assassinato ieri nel
quartiere Prati, mentre con grande rammarico siamo ancora costretti ad
assistere allo show “botte da orbi”, con il Pd grande organizzatore
dell’evento. Le regole d’ingaggio sono sempre le stesse: tutti contro tutti.
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