giovedì 16 luglio 2015

LA LITANIA MALEDETTA DEL PD "MILANO E ROMA" - Rottamare Marino subito per non fargli rottamare Roma. La sinistra tiene anche Milano in scacco. Siamo stufi

R
oma e Milano sono due amministrazioni al capolinea. Vicende differenti, ma con un filo rosso conduttore che conduce al fallimento. Personalità differenti quelle di Marino e Pisapia, ma figlie di logiche sinistre che hanno consegnato le due città più importanti d’Italia al degrado e all’insicurezza.


Milano è totalmente prigioniera dei rom, che in virtù di una totale assenza d’intervento delle autorità competenti depredano abitazioni, automobili e beni altrui. Politiche estremamente permissive hanno legittimato il loro modo di agire, che purtroppo è diventato del tutto indisturbato. Pisapia, un sindaco che ha già dichiarato che non si ricandiderà, amministra con l’indifferenza di chi sa già di aver fallito, perseverando nei suoi errori.

Le dimissioni del vicesindaco Ada Lucia de Cesaris certificano per cui una giunta allo sbando. In questo senso il modello Brugnaro/Toti, assume una maggior valenza, dandoci ulteriore consapevolezza che l’anno prossimo possa essere un anno di successi elettorali.

A Roma, la situazione è totalmente allo sbando. Marino prima di partire per Losanna, per l’incontro con il Cio su Roma 2024 (la cosa ci spaventa un po’), si è lasciato andare a grida rivoluzionare in salsa Che Guevara del tipo: “venceremos”. Se non se ne fosse accorto, lui e la sua giunta hanno già perso. Gli resta solo il fidato Orfini a proteggerlo, mentre il rimpasto che si prospetta servirà solamente per allungare un’agonia straziante.

L’amministrazione del comune di Roma è un malato terminale e a Palazzo Chigi lo sanno bene. Il sindaco ora si trova scoperto anche sul fianco sinistro; dopo l’abbandono quasi forzato del vicensindaco Nieri, Sel resta alla finestra pronta a garantire solamente un appoggio esterno. La compagine vendoliana vuole garanzie in vista della nuova giunta e voci dell’ultimo minuto danno addirittura tra i papabili lo stesso Vendola pronto per assumere un incarico di primo piano. Un nome pesante. Proprio quello che Marino sta chiedendo a gran voce al Pd, ma tra i renziani si fatica a trovare qualcuno disponibile.

Si rafforzano comunque gli inviti rivolti a Marino di dimettersi, con il solo Orfini a fargli da scudo umano. Un passo indietro del chirurgo genovese sarebbe la scelta migliore secondo gli esperti in via del Nazareno. Siamo della stessa idea, se non altro perché siamo certi della possibilità di ripetere l’impresa Venezia anche nella capitale.

Si attende il giudizio di Alfano sulla relazione prefettizia inviatagli da Gabrielli, il quale potrebbe fare da spartiacque nell’esito finale di questa vicenda ormai ridicola. Speriamo che il ministro dell’Interno faccia presto, la città è allo sbando.

Ci uniamo al cordoglio della famiglia del povero gioielliere assassinato ieri nel quartiere Prati, mentre con grande rammarico siamo ancora costretti ad assistere allo show “botte da orbi”, con il Pd grande organizzatore dell’evento. Le regole d’ingaggio sono sempre le stesse: tutti contro tutti.

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