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Ignazio Marino sia diventato un caso
clinico è ormai sotto gli occhi di tutti. Resta da capire chi dei due abbia
influenzato l’altro: già perché Matteo Renzi non è sicuramente da meno.
I
due sono sicuramente i protagonisti principali di una triste Soap opera, una
pietosa scenetta teatrale nella meravigliosa cornice della Capitale.
Il Giubileo
è alle porte, la
macchina organizzativa è già in ritardo e Roma ha bisogno di una giunta e di un
sindaco che godano della fiducia del popolo.
Marino
è una persona onesta, ma da sola non basta; parola di Maria
Elena Boschi. Il ministro,
fedelissima renziana, senza mezzi termini scarica anche lei il chirurgo
genovese, invitandolo a compiere un gesto di grande responsabilità.
Marino,
ora spalleggiato da Orfini,
evidentemente fatica a comprendere. Proprio ieri in occasione della festa
dell’Unità, dopo tanti giorni di estremo silenzio, è tornato a parlare.
La
sua vita da sindaco sembra più un percorso di clausura. A Palazzo Senatorio
sembrerebbe non si risponda neanche più al telefono. Non ci sorprende che abbia scelto un palcoscenico
gretto di novità come quello per la festa dell’Unità; un palcoscenico ‘de
sinistra’, degno del Pd, ma
soprattutto adatto alle frasi ad effetto che Marino si è pregiato di usare.
Frasi
però che cozzano con i principi tanto cari al sindaco di cui beffardamente si
vanta: era o no il sindaco di tutti i romani? Oppure è il sindaco dei soli
cittadini di sinistra? O magari lo è soltanto di tutti coloro che hanno
beneficiato della sua superficialità mentre sotto al suo naso il malaffare si
prendeva gioco della città di Roma?
Marino, genovese,
evidentemente non conosce la storia della città di Roma. Ignora quanti ragazzi
negli anni di piombo abbiano perso la vita nel nome di una lotta armata che
ancora oggi fatica a trovare un senso.
Anni
in cui soprattutto se eri di destra, difficilmente avevi la certezza di un
sereno rientro a casa. Anni in cui fare politica per alcuni non era semplice.
Certe frasi se le risparmi, magari sfogando l’odio represso che cova dentro di
se, in una delle prossime puntate della sua Soap opera “Vergogna
Capitale”.
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