lunedì 22 giugno 2015

VERGOGNA CAPITALE - Marino impazzito, ora vuol cacciare gli avversari di destra nelle fogne, evocando gli slogan preparatori del terrorismo rosso. Un caso clinico. Alle elezioni prima che sia tardi

C
he Ignazio Marino sia diventato un caso clinico è ormai sotto gli occhi di tutti. Resta da capire chi dei due abbia influenzato l’altro: già perché Matteo Renzi non è sicuramente da meno.

I due sono sicuramente i protagonisti principali di una triste Soap opera, una pietosa scenetta teatrale nella meravigliosa cornice della Capitale.


Di meravigliosa  a Roma è rimasta solo la cornice, purtroppo la vita amministrativa della Città Eterna rasenta il ridicolo e lo scandalo Mafia Capitale obbliga un cambio al vertice. Marino deve dimettersi, senza più tergiversare; i suoi giochetti e scambi di battute con Renzi  fanno a cazzotti con l’urgenza di cambiare rotta.

Il Giubileo è alle porte, la macchina organizzativa è già in ritardo e Roma ha bisogno di una giunta e di un sindaco che godano della fiducia del popolo.

Marino è una persona onesta, ma da sola non basta; parola di Maria Elena Boschi. Il ministro, fedelissima renziana, senza mezzi termini scarica anche lei il chirurgo genovese, invitandolo a compiere un gesto di grande responsabilità.
Marino, ora spalleggiato da Orfini, evidentemente fatica a comprendere. Proprio ieri in occasione della festa dell’Unità, dopo tanti giorni di estremo silenzio, è tornato a parlare.

La sua vita da sindaco sembra più un percorso di clausura. A Palazzo Senatorio sembrerebbe non si risponda neanche più al telefono. Non ci  sorprende che abbia scelto un palcoscenico gretto di novità come quello per la festa dell’Unità; un palcoscenico ‘de sinistra’, degno del Pd, ma soprattutto adatto alle frasi ad effetto che Marino si è pregiato di usare.

L’allegro chirurgo genovese, ha invitato tutti i romani di destra a tornare nelle fogne da cui provengono; frase slogan da clima degli anni ‘70, che all’ombra del palcoscenico da cui parlava ha riscontrato applausi e sorrisi.

Frasi però che cozzano con i principi tanto cari al sindaco di cui beffardamente si vanta: era o no il sindaco di tutti i romani? Oppure è il sindaco dei soli cittadini di sinistra? O magari lo è soltanto di tutti coloro che hanno beneficiato della sua superficialità mentre sotto al suo naso il malaffare si prendeva gioco della città di Roma?

Marino, genovese, evidentemente non conosce la storia della città di Roma. Ignora quanti ragazzi negli anni di piombo abbiano perso la vita nel nome di una lotta armata che ancora oggi fatica a trovare un senso.

Anni in cui soprattutto se eri di destra, difficilmente avevi la certezza di un sereno rientro a casa. Anni in cui fare politica per alcuni non era semplice. Certe frasi se le risparmi, magari sfogando l’odio represso che cova dentro di se, in una delle prossime puntate della sua Soap opera “Vergogna Capitale”.

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