martedì 23 giugno 2015

Marino e De Luca, i fantasmi di Renzi - Entrambi rappresentano una grana per il governo; Renzi però vuole fare figli e figliocci. De Luca lo nasconde, Marino lo attacca. A noi importa solo che vadano a casa entrambi

R
enzi è alle strette, le vicende di Roma e della Regione Campania incombono sull’agenda di governo. Il premier nei prossimi giorni dovrà inevitabilmente mettere un punto alle vicende De Luca e Marino. Per quanto riguarda il neo eletto governatore della Regione Campania, Renzi sta cercando di congelare la sua sospensione, in poche parole sta facendo melina alla Severino.


Chi è causa del suo mal, o del suo partito pianga se stesso, ci verrebbe da dire. La cosa peggiore, è che sta cercando di giocare sporco, con il suo solito approccio meschino cerca di salvare il salvabile; tradotto, al momento della resa dei conti, ovvero alla sospensione da parte del governo, si cercherà di approvare anche una scappatoia in maniera tale che De Luca possa comunque nominare una sua giunta e procedere quindi con la nomina degli assessori.

Sostanzialmente, come sottolineato ieri dal Presidente Brunetta e dal coordinatore della Area metropolitana di Napoli, l’On. Paolo Russo, Renzi con questa mossa vorrà salvare gli atti compiuti fino al momento della sospensione rendendoli quindi validi. Una nomina della giunta dal sapore prettamente politico e non quello di un’urgenza amministrativa, che quindi non giustifica una sua anticipazione rispetto alla sospensione.

Un vero e proprio imbroglio, che dal punto di vista giudiziario coincide con il reato di abuso d’ufficio.

Anche in Europa inizia a destarsi qualche preoccupazione; la situazione della Regione Campania ha allertato il commissario Ue Corina Cretu, la quale ha chiesto al ministro Delrio maggiore impegno e soprattutto trasparenza.

Come ha sottolineato il governatore uscente Stefano Caldoro, l’incertezza politica che si è abbattuta sulla Campania potrebbe provocare la perdita del fondi europei del Por 2014-2020.

Più a nord del Vesuvio invece, si infiamma la Soap opera “Vergogna Capitale”. Renzi neanche fosse Gentile su Maradona a Spagna 82’ intensifica il pressing sulle ripartenze del sindaco Marino. Colpi di coda come quello sul palco della festa dell’Unità non sono più accettabili dal premier. Marino ormai è stato messo ufficialmente alle strette, o meglio alla porta.

Le dimissioni del assessore Guido Improta, renziano doc, sono i primi segnali di un progressivo sgretolamento della giunta Marino.
Segnali o minacce, che vogliono invitare il sindaco Marino a auto dimissionarsi; per Renzi e il governo commissariare il Comune, attenzione non più per mafia ma per corruzione (giurisprudenzialmente la differenza è sostanziale), è impensabile.

L’immagine dell’esecutivo con il Giubileo alle porte sarebbe estremamente compromessa e per questo da Palazzo Chigi si augurano che l’allegro chirurgo genovese manifesti segnali di responsabilità verso i romani.

Renzi ha paura che Marino, con la sua incapacità amministrativa possa definitivamente compromettere i risultati elettorali futuri del Pd romano; nel 2016 si voterà in altre grandi città italiane, su tutte Milano e Napoli, per cui infilarci anche Roma cadrebbe letteralmente a pennello.

Noi siamo convinti che il tempo è tiranno, e il temporeggiare di Marino possa favorire solo quelle presunte forze politiche che amano definirsi anti sistema, ma che in realtà non lo sono.

Noi a Venezia come in Liguria abbiamo già dimostrato di che pasta siamo fatti.

Se si adotta il metodo Brugnaro anche a Roma, la vittoria è assicurata.


E il Marco Aurelio potrà tornare a sorridere in sella al suo destriero. 

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