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Ora
vivono abbandonati a se stessi, la maggior parte di loro sono scappati dai
centri di assistenza o casa famiglia a cui erano stati assegnati, diventando la
merce di guadagno per criminali. La loro attività spazia dalla prostituzione al
traffico di droga. La polizia ci dice che il fatto che molti di loro siano
minori di quattordici anni, impedisce loro di arrestarli e per questo diventano
preziosi per gli affari di queste organizzazioni del malaffare.
Nel
quadro più generale, l’inchiesta che ha già portato all’arresto di sette
persone, rappresenta un altro tassello da apporre alla lotta contro l’invasione
di immigrati che il nostro Paese sta subendo. La Capitale come Milano o Napoli, fa parte
delle grandi città d’Italia e diventa per cui una delle principali mete di
questi ragazzini mandati dalle loro famiglie in cerca di fortuna in terra
europea.
I
costi dei viaggi sono altissimi e per i genitori occorre soltanto che una volta
arrivati a destinazione, i loro figli trovino il modo più rapido e veloce per
iniziare a mandare i soldi a casa. Beh cosa c’è di più facile che prostituirsi?
Ed ecco grandi
centri di passaggio come la stazione Termini che diventano una sorta di ufficio
di collocamento, punti di raccolta dove organizzazioni criminali riescono a
precettare giovani ragazzi da lanciare nel mondo della prostituzione o del
racket della droga.
Un’amministrazione
funzionante si sarebbe accorta molto prima di un tale scempio, per di più in
uno dei punti della città con maggiore visibilità; ma vi immaginate la reazione
dei pellegrini pronti ad arrivare per il Giubileo
nei prossimi mesi? Un bacino di circa 25 milioni di fedeli che arriverà da
tutte le parti del mondo.
L’invasione
che vogliate o no, buonisti da quattro soldi è anche questa. E quanto emerso
dall’inchiesta alla stazione Termini
è uno dei suoi risvolti più macabri. Eppure le politiche del governo e del
Comune di Roma, non hanno assolutamente prevenuto o contrastato il dilagare
della criminalità, al contrario esponenti politici ne hanno visto una fonte di
guadagno e personaggi come Marino,
autodefinitisi onesti, si sono rivelati incapaci di amministrare istituzioni
come quella del Comune di Roma.
Le
casse della Capitale ci dicono che sono più vuote che mai, per di più ora si è
abbattuta sul Campidoglio la richiesta di restituzione al MEF
di circa 350 milioni di euro per salari accessori non dovuti. Come farà Marino
ora?
Noi gli suggeriamo ancora una
volta di dimettersi, lo faccia spontaneamente senza sottostare ad un ordine del
capetto fiorentino Renzi. Glielo consiglia anche la Bindi.
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