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solo Cassa Depositi e Prestiti,
ma Renzi il cannibale, Renzi la
piovra e chi più ne ha più ne metta, vuol estendere il suo dominio oltre i
confini dell’impossibile. Partiamo dagli uffici della Camera:
non appena il
premier fiuta la possibilità di radicare il suo potere nei gangli istituzionali
del Paese, tutto il resto passa in secondo piano.
Tutto
intorno sembra crollare, mentre il pericolo Grexit
rischia di abbattersi sull’Italia, Renzi adoperando tutta la sua saggia
meschinità piazza i suoi fedelissimi a Montecitorio. Già proprio stasera si
riunirà l’Ufficio di Presidenza della Camera e all’ordine del giorno ci sarà la
nomina dei cinque nuovi vice segretari; su proposta di Lucia
Pagano attuale segretario generale di Montecitorio, verrà introdotta
un’importante novità, ovvero una modifica del regolamento che porrà una
scadenza al mandato di vice segretario, fino ad oggi inesistente. Renzi non si farà
sfuggire l’occasione, per cui con un colpo di machete taglierà la testa degli
attuali vice segretari Guido Letta
e Aurelio Speziale per fare posto a uomini di strettissima fiducia.
Le nomine ci saranno in due sessioni e i personaggi sono già noti: da Giacomo Lasorella (fratello della più
famosa giornalista), Annibale Ferrari
( sponsor by Maria Madia), Fabrizio Castaldi ( attuale capo Segreteria
della Presidenza della Camera), fino a Costantino Rizzuto
Csaky e Mauro
De Dominicis.
Il
modus operandi, assume gli stessi lati oscuri e tenebrosi di quanto accaduto
con la vicenda Pistelli. Alla faccia della
volta buona e del progressismo renziano, le dimissioni dell’ormai ex vice
ministro agli Esteri sono passate in sordina su parecchi giornaloni nostrani,
evidentemente raffreddati e quindi non in grado di fiutare la solita malefatta
del premier. Ci
fosse stato qualcuno che abbia chiesto delucidazioni sulla scelta di Pistelli di
abbandonare la Farnesina per essere poi assunto da Eni per operare nel campo della diplomazia
aziendale, area tra l’altro in cui già si districava come membro
dell’esecutivo. Tutto tace, per cui nessuno si indigna (noi esclusi), facendo
sentire Renzi come fosse legittimato a fare il suo beneamato comodo.
Non da meno è l’improvvisa
nomina piovuta sulla testa della Christillin, neo
Presidente dell’Enit. Considerata da molti una Dama della
sinistra torinese, è una persona di alta rappresentatività legata al mondo Fiat e soprattutto Generali
per motivi coniugali. Capitalismo di relazione? Non sappiamo se la scelta
ricada all’interno della gestione dei rapporti con Marchionne,
certo è che la nomina in questione coinvolge un ente che solo un anno fa è
stato commissariato e per il quale appena un mese fa, 64 dipendenti interni
hanno chiesto a Renzi la rottamazione
immediata, con l’accorpamento all’Istituto per
il commercio estero. Un “chiudeteci ora”, che evidentemente non ha raccolto le
simpatie del premier, che per nulla spaventato dal costo annuo
dell’agenzia, circa 20 milioni di euro sul bilancio dello Stato, ha pensato
bene di regalargli un nuovo Presidente. Ovviamente un Presidente di fiducia.
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