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a legge è uguale per tutti. Non la Severino
però.
Funziona purtroppo a fasi alterne e nella maggior parte dei casi riesce a
trovare efficacia soprattutto con esponenti di una certa area politica. Vi
lasciamo immaginare quale.
La
Severino, opera brevettata del ministro della Giustizia del governo Monti,
già proprio quel governo punta di diamante del complotto ai danni dell’Italia e
di Silvio Berlusconi, dovrebbe essere
applicata nei confronti di un condannato in primo grado per reati di
delinquenza corruttiva, il quale nel momento in cui riveste una carica politica
deve immediatamente essere sospeso per un periodo di diciotto mesi.
Se pensi a De
Magistris,
sindaco Napoli, è
più facile comprendere la faziosità e l’intreccio meschino che caratterizza la
storia politica e giudiziaria del nostro Paese.
Il tribunale di Napoli ha accolto il suo ricorso contro la sospensione dalla
carica di sindaco, rivitalizzando per cui il suo mandato che scadrà nel 2016.
La sentenza della Consulta è attesa per il 23 ottobre, facciamoci una risata.
La cosa ben peggiore, è che questo ignobile
precedente, potrebbe favorire il neo eletto governatore della Campania
De Luca. Era attesa nei giorni scorsi la sua
sospensione per effetto della Severino, ma il buon Renzi
evidentemente certo della sentenza su De Magistris è riuscito a temporeggiare,
appellandosi ad una non dovuta ignoranza sulle procedure della Severino stessa.
Abbiamo cercato di ricordargli come lui stesso in qualità di Presidente del
Consiglio, per di più in assenza di un ministro per gli Affari Regionali, fosse
il diretto esecutore della sospensione di De Luca. Renzi ha fatto orecchie da
mercante e il nostro timore è che ora De Luca possa appellarsi alla sentenza di
De Magistris e aggirare con l’aiuto di Renzi la Severino.
Per
farla breve, il pericolo per Renzi di aver commesso un’omissione e un reato di
abuso d’ufficio è dietro l’angolo.
Il
tutto senza considerare la catastrofe politica che rischia di abbattersi sulla
Campania, dove Renzi prima di sospendere De Luca potrebbe concedergli o forse
concedersi la il favore di nominare una giunta con degli assessori.
Il quadro è
drammatico, mentre in Campania c’è il sindaco del capoluogo di Regione
condannato e soggetto a sospensione in attesa della Consulta che continuerà
probabilmente fino a fine mandato, in Regione sembra prospettarsi la stessa
linea machiavellica pronta ad accompagnare il mandato dell’ex sindaco-sceriffo
di Salerno.
A noi una domanda ci viene dal cuore. Chi risarcirà
Silvio Berlusconi e
circa dieci milioni di italiani che hanno assistito all’omicidio politico del
loro leader?
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