venerdì 12 giugno 2015

ALT MARINO - Con il commissariamento del Giubileo il sindaco di Roma è sfiduciato, ma Renzi e Orfini lo lasciano lì per orrore del voto. E il distacco tra istituzioni e cittadini si fa più largo del Tevere

I
l Comune di Roma e la Regione Lazio si apprestano a diventare un Vietnam.

Esattamente sulla falsa riga di quanto sta accadendo in Senato, dove il povero Renzi e il decadente Pd stanno letteralmente perdendo il controllo della situazione.


Sul piano della fiducia la distanza tra le giunte targate Marino e Zingaretti e i cittadini è ormai incolmabile;  a grande richiesta su più fronti si spera di poter tornare presto al voto.

I timori sono che l’ondata giudiziaria non sia ancora giunta al termine, per questo riteniamo che le dimissioni di Marino come del governatore Zingaretti possano quanto meno rappresentare sul piano politico un segno di grande responsabilità.

Ribadiamo il nostro essere garantisti e per questo siamo dotati della capacità di scindere il piano politico da quello penale legato alla giustizia, aspetto fondamentale che evidentemente necessità di ulteriore sottolineatura.

Roma in particolare non può più aspettare; non c’è più tempo.

A nostro avviso i rumors che vedrebbero il Prefetto Gabrielli alla guida delle operazioni per il Giubileo assumono il disgustoso sapore di un contentino; la volontà del Pd è chiara, offrire all’opinione pubblica operazioncine di contorno, ma con la ferma volontà di tenersi Marino poco saldo in Campidoglio.

La paura del voto e i sondaggi stanno inevitabilmente influenzando le scelte del commissario Orfini; le indagini e le intercettazioni al momento rappresentano un quadro drammatico per il Pd romano e nazionale del futuro.

Il nostro dovere è quello di sottolineare l’importanza di tornare a elezioni, come abbiamo già scritto ieri nelle pagine de “Il Mattinale” c’è la necessità impellente di salvare Roma e per questo oggi riproponiamo la copertina de “l’Espresso”.

Con il Giubileo della Misericordia alle porte tutto il mondo avrà gli occhi puntati sulla Città Eterna.


L’amministrazione qualsiasi colore abbia deve poter godere di un’agibilità politica che al momento latita, con la certezza o presunta tale, che votare un bilancio o una delibera non assuma i contorni di un Vietnam.

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