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passato
più di un anno dalla congiura di Palazzo che ha portato Matteo Renzi ad essere il nuovo
capo del governo. Eppure, in piena linea con i suoi predecessori anch’essi non
eletti dal popolo, di fronte al caso dei Marò c’è stata una totale incapacità di risolvere
questa controversia internazionale.
Una
controversia che ormai è scaduta nel ridicolo, una triste pagina della nostra
diplomazia e del nostro governo; una mancanza di rispetto alla storia del
nostro Paese e alle migliaia di soldati italiani impegnati nelle operazioni di
pace, di peacekeeping e di sicurezza anche nel quadro commerciale.
Ricordiamo che alcuni mesi fa in India si
recarono addirittura con volo di Stato il sottosegretario per i servizi segreti
Marco
Minniti con il direttore dell'Aise, Alberto Manenti, convinti di riportare
a casa i marò, esponendo poi ad una figura tristissima anche il ministro Pinotti che si vide respingere
mentre era in volo e prossima all'aeroporto di New Delhi come persona non
grata. Vero, non vero? Segreto di Stato, non segreto di Stato? Segreto di
Pulcinella? Purtroppo non possiamo saperne nulla di più, in quanto esclusi
indecentemente dal Copasir... Ma non ci arrendiamo.
In questi giorni sembrava fosse tornata in voga
la strada dell’arbitrato internazionale, almeno stando ad alcune indiscrezioni
riportate sul ‘Corriere della Sera’. Il ministro Gentiloni ha preferito non
commentare, come altre fonti governative non hanno smentito la notizia. La cosa
certa è che la via diplomatica si è insabbiata, esattamente come tutto ciò che
riguarda Matteo Renzi. E il fatto che si sia
insabbiata dimostra come ancora una volta il nostro Paese non sia riuscito a
piegare il governo indiano che al contrario ha dimostrato fino ad oggi di avere
il coltello dalle parte del manico, dettando le regole di quella che ormai
sembra diventata una partita a scacchi a colpi di annunci.
Scacco al Re e a tutto il cucuzzaro; è questo
l’esito di una triste partita che ha sancito il fallimento di un esecutivo che
non è stato in grado di ottenere risultati da una soluzione politica.
D’altronde non serviva un genio per capirlo; i rinvii della Corte Suprema
indiana non rappresentavano altro che la scelta del governo indiano di non
indietreggiare neanche di un millimetro rispetto alla propria linea.
Ed ecco allora la scelta di coprirsi di
ridicolo, ma soprattutto di tacere. Girarsi dall’altra parte,
mettere la testa sotto la sabbia; già, perché con la complicità della stampa e
dei giornaloni, si cerca di dimenticare tutto ciò che potrebbe arrecare un
danno alla propaganda renziana. E quindi via al gioco del silenzio. Per farla
breve: avete più sentito parlare del caso Lo Porto in questi giorni? Assolutamente no. E
allora via libera ad un silenziatore, che rende sorda la totale incompetenza
del nostro governo.
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