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oma è la Capitale d’Italia, ed è governata dal Pd
di Roma Capitale il cui capo è il Presidente del Consiglio ovvero il segretario
del Pd Matteo Renzi.
Fatto sta
che con il suo disinteresse tende a minimizzare con estrema puntigliosità gli
scandali che si sono abbattuti come una catastrofe su Roma e la sua giunta, con
l’unico intento di minimizzare o meglio quasi ‘provincializzare’ la facilità
con cui vengono consegnati gli avvisi di garanzia a esponenti del Pd romano.
Limitiamoci a Roma, senza dover necessariamente
citare Zingaretti e il capo di gabinetto della Regione Lazio da lui
scelto, Maurizio Venafro, il quale è stato iscritto nel registro degli
indagati dalla Procura di Roma per un’inchiesta relativa ad una gara d’appalto
della Regione.
Quanto sta
accadendo in Campidoglio ha dell’incredibile, e su più fronti giungono le
richieste di dimissioni per il sindaco Marino con immediate nuove elezioni.
Sembra difficile però che il chirurgo genovese prestato alla politica, possa
compiere un gesto di così alta responsabilità, specie dal momento che esponenti
di rango della sua giunta fatichino a lasciare la loro poltrona
nonostante siano inchiodati dalle evidenze. Guido
Improta, assessore alla mobilità del Comune di
Roma è indagato per abuso di ufficio in merito all’inchiesta delle ‘Grandi
Opere’, più precisamente per quanto riguarda alcune nomine al vertice di Roma
Metropolitane e per i lavori di completamento della linea C;
nonostante ciò, ha deciso di rimanere al suo posto, oltretutto con il pieno
appoggio del sindaco Marino. Ammirevole il suo coraggio, o meglio
sfacciataggine. Ci verrebbe da dire, Improta non sta a Lupi ( il quale non era
neanche indagato), come Marino non sta a Renzi, il quale quest’ultimo ha
nell’uso della magistratura un’arma ben efficacie per far fuori chi è di
troppo. La cosa bizzarra è che c’è addirittura chi, come l’assessore Sabella,
prima pm e ora chiamato a svolgere il ruolo di assessore alla ‘legalità’, quale
non si sa, si è scagliato contro la stampa, rea di aver pubblicato la notizia,
incorrendo quindi nel rischio di diffamazione nel caso in cui non ci fosse
nulla di vero, oppure di aver rivelato un segreto di ufficio ed essendo quindi
perseguibile penalmente. Cose dell’altro mondo, o meglio cose da Roma.
Fatto sta che il Pd romano
è ormai nell’orbita del malaffare, e la situazione è sensibilmente peggiorata
negli ultimi due anni.
La
coincidenza che fa sorridere però, e lungi da noi pensare che non sia tale,
risulta essere che ogni qual volta sia scoppiato uno scandalo in città il
sindaco Marino si trovasse fuori Roma: durante le piogge torrenziali dello
scorso anno era a Milano, a Londra i giorni della Panda Rossa, a Boston durante
l’assenteismo collettivo dei vigili per il veglione di capodanno. Adesso mentre
il suo assessore è indagato e il Presidente del municipio di Ostia del Pd si
dimette per il coinvolgimento in ‘Mafia Capitale’ lui è a Parigi. Saranno forse
dei messaggi subliminali a Renzi? Si salvi chi può. Speriamo Roma.
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