giovedì 26 marzo 2015

ROMA CAPITALE - Lo scandalo del Pd a Roma. Per molto meno hanno sciolto consigli comunali in tutta Italia. E il segretario del Pd poi fa il vessillifero dell’anticorruzione

R
oma è la Capitale d’Italia, ed è governata dal Pd di Roma Capitale il cui capo è il Presidente del Consiglio ovvero il segretario del Pd Matteo Renzi.

Non è uno scioglilingua, né un rebus, ma una semplice constatazione, ed è giusto che venga posta all’attenzione di tutti. In particolar modo di  Matteo Renzi, il quale troppo spesso tende a circoscrivere le malefatte del Pd romano e della giunta Marino quasi fossero una macchia casuale su una veste candida.


Fatto sta che con il suo disinteresse tende a minimizzare con estrema puntigliosità gli scandali che si sono abbattuti come una catastrofe su Roma e la sua giunta, con l’unico intento di minimizzare o meglio quasi ‘provincializzare’ la facilità con cui vengono consegnati gli avvisi di garanzia a esponenti del Pd romano.

Limitiamoci a Roma, senza dover necessariamente citare Zingaretti e il capo di gabinetto della Regione Lazio da lui scelto, Maurizio Venafro, il quale è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per un’inchiesta relativa ad una gara d’appalto della Regione.
Quanto sta accadendo in Campidoglio ha dell’incredibile, e su più fronti giungono le richieste di dimissioni per il sindaco Marino con immediate nuove elezioni. Sembra difficile però che il chirurgo genovese prestato alla politica, possa compiere un gesto di così alta responsabilità, specie dal momento che esponenti di rango della sua giunta  fatichino a lasciare la loro poltrona nonostante siano inchiodati dalle evidenze. Guido Improta, assessore alla mobilità del Comune di Roma è indagato per abuso di ufficio in merito all’inchiesta delle ‘Grandi Opere’, più precisamente per quanto riguarda alcune nomine al vertice di Roma Metropolitane e per i lavori di completamento della linea C; nonostante ciò, ha deciso di rimanere al suo posto, oltretutto con il pieno appoggio del sindaco Marino. Ammirevole il suo coraggio, o meglio sfacciataggine. Ci verrebbe da dire, Improta non sta a Lupi ( il quale non era neanche indagato), come Marino non sta a Renzi, il quale quest’ultimo ha nell’uso della magistratura un’arma ben efficacie per far fuori chi è di troppo. La cosa bizzarra è che c’è addirittura chi, come l’assessore Sabella, prima pm e ora chiamato a svolgere il ruolo di assessore alla ‘legalità’, quale non si sa, si è scagliato contro la stampa, rea di aver pubblicato la notizia, incorrendo quindi nel rischio di diffamazione nel caso in cui non ci fosse nulla di vero, oppure di aver rivelato un segreto di ufficio ed essendo quindi perseguibile penalmente. Cose dell’altro mondo, o meglio cose da Roma.

Fatto sta che il Pd romano è ormai nell’orbita del malaffare, e la situazione è sensibilmente peggiorata negli ultimi due anni.

La coincidenza che fa sorridere però, e lungi da noi pensare che non sia tale, risulta essere che ogni qual volta sia scoppiato uno scandalo in città il sindaco Marino si trovasse fuori Roma: durante le piogge torrenziali dello scorso anno era a Milano, a Londra i giorni della Panda Rossa, a Boston durante l’assenteismo collettivo dei vigili per il veglione di capodanno. Adesso mentre il suo assessore è indagato e il Presidente del municipio di Ostia del Pd si dimette per il coinvolgimento in ‘Mafia Capitale’ lui è a Parigi. Saranno forse dei messaggi subliminali a Renzi? Si salvi chi può. Speriamo Roma.

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