giovedì 5 marzo 2015

Ecco i nostri no alle riforme “mostruose” di Renzi e Boschi, i nostri progetti e programmi alternativi su cui far ripartire dal 9 marzo, cioè subito, la nostra iniziativa politica


S
ia chiaro: i nostri ‘no’ hanno un sapore di speranza, sono carichi di forza alternativa. Il nostro non è negazionismo o tanto peggio tanto meglio. Dietro ogni ‘no’ si cela una controproposta carica di buone soluzioni, con l’unico scopo di rendere più giusto questo Paese.

Il tutto sempre nel rispetto delle Istituzioni e della corretta vita parlamentare. 

Da quando il Nazareno non c’è più, sono emerse le chiare difficoltà del governo il quale senza una maggioranza numerica è ormai fermo, immobile. Oggi più che mai siamo pronti ad opporci alle mostruosità che l’esecutivo vuole approvare, al cospetto di un Parlamento che agisce a colpi di decreti (35!) seppellendo la tradizione di democrazia delle Camere.

Nel corso del DIBATTITO SULLE RIFORME, abbiamo più volte sottolineato, anche davanti al Presidente della Repubblica, come d’altra parte hanno fatto numerosi costituzionalisti, i pericoli del “combinato disposto” tra riforma costituzionale e nuova legge elettorale, che produce un mostro giuridico in grado di mettere a repentaglio la stessa democrazia parlamentare.

Si prefigura infatti un pregiudizio dei principi supremi della medesima Costituzione, a partire dalla stessa sentenza che ha giudicato illegittima la legge elettorale, in cui la Corte ha chiaramente sottolineato che le ragioni della governabilità non devono prevalere su quelle della rappresentatività.

Ad allarmare è il fatto che il nuovo sistema conceda il premio di maggioranza ad una sola lista e che la Camera possa senza difficoltà decidere, a maggioranza, in merito a tutte o quasi tutte le cariche istituzionali.

Un sistema complessivo che risulterebbe quindi privo di bilanciamento, ovvero di quei pesi e contrappesi necessari per garantire l’equilibrio politico istituzionale tra poteri e tra le diverse forze politiche in campo.

Inoltre, i poteri legislativi del nuovo Senato sono configurati in maniera confusa ed insufficiente e il nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni non determinerebbe una diminuzione dell’attuale pesante contenzioso. In poche parole, un pasticcio “al quadrato”.

Stesso discorso SUL TEMA GIUSTIZIA, dove il divario tra gli annunci e i risultati è ancora troppo ampio; solita farsa renziana e dei suoi ministri.

Il ministro Orlando aveva lanciato con enfasi nello scorso giugno una profonda riforma ma ad oggi si è visto ben poco. L’unico sprazzo è stata l’approvazione della responsabilità civile dei magistrati, che come abbiamo ampiamente sottolineato nelle scorse settimane non servirà assolutamente a nulla, dal momento che il processo accusatorio ai danni di un cittadino sarà sempre più aggressivo e disequilibrato rispetto a quello di un magistrato.

Per questo ci rivolgiamo al ministro Orlando, ricordandogli che anche il correntismo politico della magistratura rappresenta una priorità nella riforma della giustizia.
Proprio come la separazione delle carriere dei magistrati o il sovraffollamento carcerario.

A tal proposito invitiamo il governo a riprendere sul serio il messaggio alle Camere dell’ex Presidente Napolitano, che è ancora snobbato da Renzi e che invitava ad un adeguamento delle prigioni a un consono standard di civiltà.

Non da meno è la sospirata RIFORMA SULLA SCUOLA, da noi considerata la base sulla quale ricostruire le fondamenta per un futuro più roseo.

Purtroppo la “buona scuola” di Renzi e del ministro Giannini ha un macroscopico difetto, ovvero la pretesa di essere l’unica, la sola scuola.

Dimenticando che il nostro sistema d’istruzione è disegnato in maniera policentrica e pluralistica proprio perché di carattere pubblico. Deve per cui garantire i principi di libertà di scelta educativa, di qualità, equità e occupabilità.
Caro Renzi il problema non si risolve  assumendo tutti i precari con un conseguente aumento delle tasse. Per questo lavoriamo affinché la scuola diventi un luogo in cui tutti hanno le stesse opportunità e soprattutto l'opportunità di costruire il proprio futuro senza differenze.

Caro Presidente del Consiglio, il tuo primo anno al governo è passato. È stato un anno di bugie, dove ha preso piede una forte deriva autoritaria, tragica conseguenza di quanto accaduto nell’estate-autunno del 2011.

Tutto nasce da lì.

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