Molti
romani in queste ultime settimane si sono augurati che a guastarsi fosse la Panda rossa del sindaco Marino,
la quale finita nell’occhio del ciclone per lo scandalo multe-gate si
è materializzata in vari angoli della città alla ricerca di un parcheggio che
non fosse fuori legge.
Purtroppo
però di guasto
al momento si sono solo palesate le amministrazioni a sfondo rosso in giro per
le varie città e regioni d’Italia. Milano
e soprattutto Roma sono le principali
vetrine di una deriva incontrollata che lascia spazio a occupazioni,
illegalità, stupri e violenze.
D’altronde
queste sono le logiche conseguenze di politiche migratorie aberranti da parte
del governo, quest’ultimo incapace di garantire sicurezza sociale e
integrazione all’interno dei suoi confini.
D’altronde
questo è il duro prezzo delle primarie, che scelgono “democraticamente” il
candidato di un partito, correndo il rischio poi che il candidato si ritrovi
solo e abbandonato perché non facente parte della scuderia del segretario di partito.
Mancanza
di coraggio del Pd nel difendere una scelta, sommato all’inadeguatezza di un
sindaco capace di disperdere un’infinità di punti di vantaggio con cui era
stato eletto, rappresentano in pieno i guasti delle città rosse.
O meglio, al momento rosse;
già perché ci auguriamo che a seguito di un’attenta riflessione carica di
autocritica, il centrodestra
si attrezzi per colmare questi grandi vuoti politici figli di una sinistra
ideologica, ottusa ed incapace.
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