mercoledì 7 maggio 2014

Ribadiamo la necessità di un dialogo con la Russia. Renzi chiami Putin (oltre che Berlusconi)



E
ra stato premonitore quell’abbraccio che lo scorso aprile aveva imbarazzato Berlino: l’ex cancelliere tedesco Schroeder fotografato in un fraterno abbraccio con il presidente Putin.

D’altronde l’ex capo del governo tedesco, pur appoggiando la Merkel, aveva sempre criticato l’atteggiamento dell’Ue nei confronti della crisi ucraina: “Non hanno capito neanche lontanamente che l’Ucraina è divisa e che non si può trattare così un Paese del genere”.

Per carità l’ex leader della Spd è consigliere Gazprom e da sempre vicino a Mosca, per cui sarebbe facilmente criticabile la sua posizione, però è ineccepibile che ad oggi sia diventata necessaria un’apertura al dialogo con il Cremlino.

La Merkel, dal canto suo, ha compreso in pieno il terribile pericolo che si nasconde dietro i tagli di rifornimento del gas che Mosca minaccia di ripercuotere su Kiev; anche perché la pista dello shale gas americano sembra ancora lontanamente percorribile a causa delle tempistiche troppo lunghe.

È per questo che ci ostiniamo a chiedere al governo su come intenda, in continuità con la storia del nostro Paese in politica estera, creare un quadro bilanciato di pressione politica  e offerte diplomatiche; con lo scopo di predisporre una soluzione politica che eviti uno scontro frontale tra l’Ue e la Russia e affinché non degeneri la crisi umanitaria in Ucraina a causa delle violenze.

Ne vale la credibilità del nostro ruolo sul piano internazionale, che in virtù degli ottimi rapporti consolidati con la Russia grazie all’operato dei governi Berlusconi, potrebbe rafforzare la nostra posizione decisionale.

La linea da seguire è quella che porti l’Ucraina ad iniziare un nuovo processo politico e costituzionale, omnicomprensivo di tutte le minoranze all’interno del Paese, mentre sullo sfondo si realizza una concreta cooperazione diplomatica tra Europa e Russia.

Il ministro degli Affari esteri Mogherini, pur sostenendo la necessità di misure sanzionatorie pur restando nella fase due, ovvero quella delle sanzioni mirate, ha sempre professato la necessità di dialogo anche con Mosca.

Peccato che - finora - non abbia dato seguito alle sue intenzioni.

Per cui lei o meglio Renzi, alzino il telefono per intavolare una conversazione con Putin. Invece di chiamare Berlusconi per farsi votare i testi di legge.

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