giovedì 8 maggio 2014

Putin apre al dialogo. E adesso chi è il cattivo?




C
on una mossa a sorpresa il Cremlino spiazza l’opinione pubblica internazionale: “Chiedo ai leader delle regioni orientali ucraine di rimandare i referendum previsti per l’11 maggio, in modo da poter creare le condizioni necessarie per avviare un dialogo”.

Sono queste le parole del Presidente Vladimir Putin, che danno respiro ad una crisi diplomatica e umanitaria ormai sull’orlo del baratro. Ci viene da chiedere: ora chi è il cattivo?

Forti di una fiducia e di un rapporto consolidato in politica estera con il Presidente Putin, sapevamo che ad oggi è l’unico capo di governo in grado di garantire una stabilità di pace in Ucraina e di conseguenza in Europa.
Nei giorni scorsi avevamo descritto positivamente la telefonata tra la Merkel e lo stesso Putin, una conversazione servita a spegnere i primi timori per un possibile taglio di rifornimenti di gas da parte della Russia all’Ucraina e quindi all’Europa.
Gli attivisti della repubblica popolare di Donetsk hanno risposto che prenderanno in considerazione l’invito giunto dal Cremlino, nonostante abbiano già stampato oltre tre milioni di schede per il referendum stesso.

Tra l’altro questa scelta potrebbe andare a loro vantaggio, giacché i sondaggi degli ultimi giorni, sostengono che solo una minima parte degli abitanti dell’est Ucraina appoggia l’indipendenza da Kiev, con il rischio quindi che il referendum si trasformi in un boomerang.
Inoltre Putin, a margine del suo incontro con il presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), Didier Burkhalter, ha reso noto di aver ritirato le truppe dalle frontiere con l’Ucraina, rilanciando e rafforzando ulteriormente la trattativa politica avviata dallo stesso Burkhalter.

Infatti il presidente svizzero dell’Osce ha annunciato di voler proporre una road map che prevede il cessate il fuoco, la de-escalation di violenza, l’apertura al dialogo e uno svolgimento regolare delle elezioni presidenziali in Ucraina.
Queste si svolgeranno il prossimo 25 maggio e il favorito alla vittoria finale sembra Poroshenko, conosciuto come il Re del cioccolato.
Il governo italiano continua a rimanere alla finestra; ieri il ministro Mogherini intervenendo alla Camera, ha ribadito la volontà di cercare un dialogo tra le parti escludendo ipotesi di missione di peacekeeping dell’Onu o iniziative Nato.
Ci auguriamo ancora una volta che dia seguito alle sue parole, o almeno faccia pressione su Renzi affinché alzi la cornetta e chiami Putin.

Nessun commento: