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una mossa a sorpresa il Cremlino spiazza l’opinione pubblica internazionale: “Chiedo ai leader
delle regioni orientali ucraine di rimandare i referendum previsti per l’11
maggio, in modo da poter creare le condizioni necessarie per avviare un
dialogo”.
Sono
queste le parole del Presidente Vladimir Putin,
che danno respiro ad una crisi diplomatica e umanitaria ormai sull’orlo del
baratro. Ci viene da chiedere: ora chi è il cattivo?
Forti
di una fiducia e di un rapporto consolidato in politica estera con il
Presidente Putin, sapevamo che ad oggi è l’unico capo di governo in grado di
garantire una stabilità di pace in Ucraina e di conseguenza in Europa.
Nei
giorni scorsi avevamo descritto positivamente la telefonata tra la Merkel e lo stesso Putin, una conversazione
servita a spegnere i primi timori per un possibile taglio di rifornimenti di
gas da parte della Russia all’Ucraina e quindi all’Europa.
Gli attivisti della repubblica
popolare di Donetsk hanno risposto che prenderanno in considerazione l’invito
giunto dal Cremlino, nonostante
abbiano già stampato oltre tre milioni di schede per il referendum stesso.
Tra
l’altro questa scelta potrebbe andare a loro vantaggio, giacché i sondaggi
degli ultimi giorni, sostengono che solo una minima parte degli abitanti
dell’est Ucraina appoggia l’indipendenza da Kiev, con il rischio quindi che il
referendum si trasformi in un boomerang.
Inoltre
Putin, a margine del suo incontro con il presidente dell’Organizzazione per la
sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), Didier Burkhalter,
ha reso noto di aver ritirato le truppe dalle frontiere con l’Ucraina,
rilanciando e rafforzando ulteriormente la trattativa politica avviata dallo
stesso Burkhalter.
Infatti
il presidente svizzero dell’Osce ha annunciato di voler proporre una road map che
prevede il cessate il fuoco, la de-escalation di violenza, l’apertura al
dialogo e uno svolgimento regolare delle elezioni presidenziali in Ucraina.
Queste
si svolgeranno il prossimo 25 maggio e il favorito alla vittoria finale sembra
Poroshenko, conosciuto come il Re del cioccolato.
Il
governo italiano continua a rimanere alla finestra; ieri il ministro Mogherini intervenendo alla Camera, ha
ribadito la volontà di cercare un dialogo tra le parti escludendo ipotesi di
missione di peacekeeping dell’Onu o iniziative Nato.
Ci
auguriamo ancora una volta che dia seguito alle sue parole, o almeno faccia
pressione su Renzi affinché alzi la cornetta e
chiami Putin.
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