mercoledì 30 aprile 2014

Renzi il rinviatore: “Facciamo presto…ma più tardi”. Causa ed effetti di una maggioranza di sinistra .



Berlusconi osservando una foto del Presidente del Consiglio Renzi ha esordito così: “Tassa ci cova”. 
Noi de Il Mattinale vorremmo aggiungere: “rinvio ci cova”. Si perché è questa la politica, quella del rinvio, che tiene ancora in piedi il Partito democratico. Badate bene non parliamo del rinvio alla partecipazione dello stesso Renzi alla puntata di Amici di Maria De Filippi - causa quella bizzarra legge sulla par condicio che adesso lo fa tanto piagnucolare, mentre prima lui e i suoi compagnucci di merenda non perdevano occasione per agitarla nei confronti di Silvio Berlusconi - bensì ci riferiamo all’ennesimo rinvio di una delle tante riforme promesse.
È chiara ormai la sua totale inconsistenza politica, caratterizzata da una critica asettica del passato e del presente, la quale grazie al supporto di giornaloni e giornalistoni lo erge a responsabile per il futuro del Paese. In parte per carità lo è, d’altronde è o non è il Presidente del Consiglio? Seppur da nominato e quindi non democraticamente eletto è il capo del governo, ma allora invece di far campagna elettorale per legittimare la sua entrata a Palazzo Chigi dalla porta di servizio, si spenda per realizzare questo suo finto riformismo.

Il problema è però di un’altra natura: Renzi è un cannibale. Ama cibarsi del lavoro altrui, vista la pochezza d’idee sua e dei suoi ministri, quindi succhia idee e argomenti dell’unico e vero centro destra presente in Italia, quello che riconosce come proprio leader Silvio Berlusconi. Battaglie contro la burocrazia, contro le tasse, contro i fannulloni e per il merito, sono le nostre e per questo avendo una maggioranza di sinistra sa di non poterle rendere fattive. Per cui il buon Renzi continua a fare la figura del parolaio; un parolaio minaccioso: io rottamo, io me ne vado, io smetto con la politica. Ma perché non cambia linguaggio?

Forse riuscirebbe ad ammorbidire anche il pensiero dei suoi compagni di partito, i quali a colpi di falce e martello continuano a tagliargli le gambe. Ultimo esempio quello del Senato; ennesimo rinvio, questa volta al 10 giugno. Tutto per tenere in piedi un partito, il Pd, al cui interno le varie correnti non fanno altro che darsele di santa ragione.

“Le riforme in fretta… ma più tardi” è questo il leitmotiv che accompagna l’esecutivo Renzi e dell’improbabile ministro Boschi.


Il motivo è semplice, non ci sono i numeri per realizzare le riforme e quindi diventa sistematico il rinvio; a maggior ragione quando viene a mancare l’appoggio decisivo dell’unica Forza riformatrice: Forza Italia.

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