lunedì 14 aprile 2014

Guerriglia a Roma: il business delle occupazioni abusive e la complicità delle autorità. Ci vuole un’inchiesta parlamentare



L
’ennesima guerriglia si è consumata sabato 12 aprile per le vie principali di Roma. Il corteo organizzato dai movimenti  della sinistra antagonista è sfociato ancora una volta in una battaglia contro le forze dell’ordine.
Il dramma è che per l’ennesima volta non si comprenda la causa di queste manifestazioni, che a Roma quasi sempre prevede la regia occulta dei movimenti per la casa. Già proprio loro, gli stessi finiti sotto inchiesta della Procura per il business legato alle occupazioni abusive nella Capitale.
A Roma migliaia di uomini e donne subiscono le conseguenze di una delle più grandi piaghe che affligge questa città, ovvero quella di avere il Comune con il numero più alto di case sfitte o invendute d’Italia (circa cinquantamila) e il più alto numero di persone che soffrono un’emergenza abitativa (circa centomila). Questo drammatico fenomeno è il tallone d’Achille per le molteplici amministrazioni che si sono susseguite (una di centrodestra  negli ultimi 68 anni), le quali non hanno saputo reagire allo strapotere dei palazzinari di turno, che nel giro di qualche decennio hanno cementificato la città di Roma a peso d’oro, dimenticando poi di realizzare quelle “opere compensative” come strade, scuole, giardini e stazioni, previste in cambio della concessione del Comune per costruire su terreni pubblici.

Case troppo costose, per cui rimaste disabitate, hanno innescato il meccanismo delle occupazioni abusive; un congegno su  base sociale altamente pericoloso: i palazzinari costruiscono, gruppi della sinistra antagonista occupano avvalendosi della manovalanza di immigrati o di anziani, bambini e paraplegici, il Comune interviene acquistando gli stabili e lasciandoci dentro gli occupanti abusivi al fine di evitare tensioni sociali e allo stesso tempo soddisfacendo i “poveri “costruttori.

A rimetterci sono coloro che seguendo una corretta lista d’attesa rimangono per anni appesi a un filo. Una volta compiuta l’occupazione, i nuovi inquilini, soprattutto quelli  extracomunitari senza regolare permesso di soggiorno, hanno “l’obbligo morale” di restituire il favore a chi gli ha concesso un tetto sopra la testa; per tanto vengono puntualmente precettati per manifestazioni, sit-in, blocchi stradali. In alcuni casi sono costretti anche a consegnare ingenti somme di denaro. Tutto ciò evita a molti di loro di essere cacciati dagli edifici controllati dai comitati, come testimonia il filone delle indagini che ha portato nel registro degli indagati circa quaranta persone del Comitato popolare di lotta per la casa.

Questi sono i necessari presupposti per cercare di dare un volto all’ennesima manifestazione bufala organizzata sabato. Una sinistra antagonista in preda  ad una vera e propria crisi esistenziale. Qual è stata la piattaforma rivendicativa di sabato? Un corteo contro Renzi? No Tav? Le politiche di austerity dell’Europa? Contro gli sfratti? Diciamo che c’era un po’ di tutto e l’esiguo numero di partecipanti, in previsione delle elezioni europee di maggio, non è servito a salvare l’anno politico di questi sedicenti gruppi politici che nonostante ciò tengono sotto scacco la giunta del sindaco Marino, causa evidente complicità partecipativa.

Il risultato è stato solo un tragico pomeriggio di guerriglia, dove a farne le spese sono state le forze dell’ordine e quei pochi manifestanti non violenti rimasti vittime delle azioni dei compagni più facinorosi, poi vigliaccamente scappati. Ci auguriamo che per il futuro vengano preposte delle contromisure più efficaci per arginare la violenza sterile di una sinistra in piena crisi identitaria, troppo impaurita ad assumere una veste populista o magari di essere tacciata come lepenista. E intanto proponiamo la costituzione per legge di un’indagine parlamentare sulle occupazioni di edifici a Roma e nelle altre metropoli.

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