Come
giudicare la retata di 24 secessionisti
veneti per terrorismo?
Lo
diciamo subito. Di certo i 24 sono stati esagerati, ma forse lo è anche il
dispiego di mezzi e di termini reboanti come eversione e terrorismo per i
fabbricanti di un trattore truccato.
Vediamo.
I 24 hanno costituito un movimento indipendentista, riconducibile a un
groviglio di ideologie diverse, che a quanto pare aveva progettato iniziative
anche violente con un unico scopo: l’indipendenza del Veneto.
Il
nuovo gruppo indipendentista non poteva essere da meno, se non altro per la
presenza nel gruppo di Flavio Contin,
uno di quelli che era presente a Venezia nel 97; propria nella sua
villetta di Casale i carabinieri dopo
aver ritrovato il Tanko che il Contin si era aggiudicato in un asta del 2006,
hanno scoperto l’esistenza di un Tanko II, una pala meccanica cingolata da ventotto
quintali sulla quale le nuove glorie del secessionismo veneto avevano tentato
invano di montare un cannoncino da 12 mm. C’è
di più, dalle intercettazioni è emerso che secondo un primo progetto il ‘carro
armato’ avrebbe dovuto ospitare anche una mitragliatrice calibro 50.
L’insurrezione
“armata” avrebbe dovuto coinvolgere successivamente varie regioni del nord,
tutte unite da un comun denominatore: l’esasperazione della crisi economica.
Tra l’altro tra gli indagati compaiono anche il presidente
e la segretaria della Life, ovvero l’associazione
dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei, il popolo delle partite
Iva che oggi guida nel Nord Est la protesta dei forconi.
La
domanda che è giusto porsi è la seguente: se la riunione costitutiva de
“L’Alleanza” ci fu nel maggio del 2012 perché intervenire con una retata in
grande stile in un periodo di grande disequilibrio istituzionale? Questi nuovi
indipendentisti provenienti dai paesotti della campagne venete sono così
pericolosi? Noi crediamo che agire con quella che a lume di buon senso appare
uno sproporzionato dispiegamento di forze con il clamore mediatico conseguente,
rischi solamente di alimentare la vena eroica e fanatica di qualche folle.
Esiste una responsabilità nell’alimentare queste sacche marginali,
nell’immotivato blocco imposto al federalismo dal governo Monti e dalla
sinistra al potere.
È
un fenomeno così dirompente di terrorismo? Vogliamo prendere la cosa sul serio. Ci facciamo promotori di un’iniziativa: istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sull’accaduto. Solo allora capiremo meglio il senso o il non – senso dell’iniziativa così spettacolarmente repressiva di magistrati e inquirenti.
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