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ella
mattinata di mercoledì 12 marzo l’Aula della Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la proposta di legge elettorale che
istituisce, per la sola
Camera, il sistema
elettorale conosciuto come “Italicum”, frutto dell’accordo tra il Presidente
Berlusconi e Matteo Renzi.
Si tratta
di un sistema misto maggioritario-proporzionale, o meglio, di un proporzionale
corretto con un premio di maggioranza, con ballottaggio eventuale e
liste bloccate e corte.
IL CONTENUTO DEL
TESTO APPROVATO
IN PRIMA LETTURA |
SOGLIE DI SBARRAMENTO:
12% dei voti validi espressi per le coalizioni
di liste (in cui vi sia almeno una lista collegata
che ottiene il 4,5% su base nazionale oppure una lista rappresentativa di una
minoranza linguistica presentata in un collegio plurinominale in una regione
speciale con tutela delle minoranze, che ottiene il 20% dei voti espressi nelle
circoscrizioni della regione medesima).
4,5% dei voti validi espressi per le singole liste presentate nell’ambito di una coalizione;
8% dei voti validi espressi per le singole liste senza coalizione;
20% per le liste rappresentative di minoranze linguistiche; la percentuale è calcolata sui voti
validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione il cui statuto
speciale prevede la tutela delle minoranze linguistiche.
PREMIO DI MAGGIORANZA:
E’previsto
un premio di maggioranza pari al 15% dei seggi alla lista o alla coalizione di liste che
raggiunga il 37% dei voti validi espressi su base nazionale al primo
turno. In ogni caso, la
coalizione vincente al primo turno non può comunque avere più del 55% dei seggi
(340 seggi).
Al fine del conteggio dei voti per la coalizione, sono esclusi i voti
ottenuti dalle liste che non si presentano in almeno un quarto dei collegi, a
meno che non superino comunque la soglia nazionale del 4,5%.
BALLOTTAGGIO EVENTUALE
:
Se nessuna
lista o coalizione di liste raggiunge almeno il 37% dei voti validi espressi su base nazionale, è
previsto il ballottaggio tra le due liste o coalizioni che hanno
ottenuto il maggior numero di voti, da tenersi due settimane dopo il primo turno di elezioni.
Si prevede
specificatamente che, in caso di ballottaggio, fra il primo turno e il
ballottaggio medesimo non sono consentiti nuovi apparentamenti fra liste o coalizioni.
SEGGI:
Salvo i
seggi assegnati alla circoscrizione Estero, i seggi sono assegnati
proporzionalmente in base ai risultati ottenuti fra le liste che superano gli
sbarramenti. La coalizione vincente al primo turno non
può comunque avere più di 340 seggi; i restanti 277 vengono ripartiti proporzionalmente fra le altre
coalizioni di liste e liste che hanno superato lo sbarramento.
In caso di
ballottaggio,
alla coalizione vincente vengono assegnati 327 seggi (il 53% dei seggi); i restanti 290 vengono ripartiti
proporzionalmente fra le altre liste o coalizioni.
COLLEGI PLURINOMINALI:
Il Governo
è delegato ad adottare, entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge, un
decreto legislativo di definizione dei collegi plurinominali. Il numero dei
collegi non potrà essere superiore a 120.
In ogni
collegio si vota per una lista di nomi anziché per un solo candidato (eccezion
fatta per il Trentino Alto Adige, dove rimangono 8
collegi uninominali e la
quota restante di seggi spettanti alla circoscrizione è ripartita secondo il
metodo del recupero proporzionale). In ciascun collegio plurinominale si
assegnano da 3 a 6 seggi (“fatti
salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di
criteri demografici e di continuità territoriale”). L'assegnazione del
numero dei seggi è effettuata sulla base dei risultati dell'ultimo censimento
generale della popolazione.
LISTE BLOCCATE:
Le liste
dei candidati vengono consegnate in ordine numerico predefinito (niente preferenze).
LISTE DI CANDIDATI E RACCOLTA FIRME:
Le liste
devono essere sottoscritte da almeno 1500 (e non più di 2000) firme di
elettori iscritti nei
rispettivi collegi plurinominali. La lista è formata complessivamente da un
numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al
collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio
plurinominale.
Per le
prime elezioni dall'entrata in vigore dell'Italicum "i
partiti o i gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una
delle Camere entro il 1° gennaio 2014" non dovranno procedere alla sottoscrizione delle firme per
la presentazione delle candidature (come regola generale, la legge vigente
prevede che siano esonerati dalla raccolta delle firme i partiti o gruppi
politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all'inizio
della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi
elettorali).
TUTELA DI GENERE:
Nel
complesso delle candidature di circoscrizione, ciascuna lista deve avere il 50% di uomini e il 50% di donne (ciò vuol dire che
nell’insieme dei collegi della circoscrizione, il numero dei candidati uomini
deve essere pari a quello dei candidati donna). e proporre alternanza di genere nell’ordine numerico
(non
possono esserci due uomini o due donne consecutivi nella lista). Il
mancato rispetto di tali norme comporta la non ammissione della lista.
CANDIDATURE MULTIPLE:
Ogni
candidato può concorrere al massimo in 8 collegi plurinominali.
SCHEDE ELETTORALI:
Ci saranno
anche i nomi e cognomi dei candidati del collegio plurinominale, oltre al
contrassegno e nome della lista.
APPLICAZIONE:
L’Italicum vale solo per l’elezione della
Camera dei Deputati (l’Aula ha
infatti stralciato l’articolo 2 della proposta di legge, che riguardava le
norme per l’elezione del Senato.
Per il Senato della
Repubblica, quindi, non essendo prevista nessuna modifica normativa,
continua a
valere il sistema vigente, e, quindi, il “Porcellum” corretto con la
sentenza n. 1/2014 della Consulta, il cosiddetto “Consultellum”: un sistema
proporzionale puro, senza premio di maggioranza, con un’assegnazione dei seggi
basata sui voti ottenuti a livello regionale.
GLI EMENDAMENTI
“BOCCIATI”
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QUOTE ROSA:
Nella giornata di
lunedì 10 marzo la Camera ha respinto a larga maggioranza con voto segreto gli
emendamenti sulle cosiddette “quote rosa”, sottoscritti da deputati e deputate
di diverse forze politiche. Gli emendamenti
miravano ad ottenere sia l’alternanza “secca” uomo-donna nelle liste, sia la parità nel
complesso delle candidature a capilista (riservando quindi alle donne il 50% delle
candidature come capilista).
VOTO DI
PREFERENZA:
In particolare nella
giornata di ieri, la Camera ha respinto con voto segreto l'emendamento al testo
dell'Italicum che mirava ad introdurre il voto di preferenza. L’Aula ha respinto
l’emendamento per
soli 35 voti. I favorevoli alla norma sulle preferenze, a prima firma La
Russa (Fratelli d’Italia), sono stati infatti 264 contro i 299
contrari.
L'Aula della Camera ha
poi respinto per
20 voti di scarto l'emendamento a prima firma Gregorio Gitti (Per l'Italia) che mirava ad introdurre la doppia preferenza
con il vincolo dell'alternanza uomo-donna (277
voti favorevoli, 297 contrari e 1 astenuto).
Decisivi per la bocciatura dell'emendamento anche il voto degli
esponenti del Governo. Oltre i ministri Boschi, Mogherini e Orlando, infatti
erano presenti 11 sottosegretari.
Anche in questo caso
il Pd si è spaccato: il deputato Pd Francesco Boccia ha infatti sottoscritto
sia l'emendamento La Russa che quello Gitti.
PRIMARIE OBBLIGATORIE:
L'Aula ha poi bocciato
a voto palese anche un emendamento di 40 deputati del Pd, che rendeva
obbligatorie le primarie per scegliere i candidati. Anche questa
norma prevedeva la parità di genere nell'organizzazione delle primarie.
L'emendamento portava come prima firma quella del lettiano Marco Meloni, ma la
richiesta di modifica al testo dell'Italicum era appoggiata da tutta la
minoranza Pd, con bersaniani (tra cui Stefano Fassina), civatiani, prodiani,
Rosy Bindi, e anche la renziana Simona Malpezzi.
CONFLITTO DI
INTERESSI:
Nella
seduta di ieri la Camera ha infine bocciato a larga maggioranza diversi
emendamenti (a firma Sel, Movimento 5 stelle, Pino Pisicchio e Civati) che
introducevano nuove
norme sul conflitto di interessi relative all’ineleggibilità per la
Camera dei deputati.
Il Mattinale
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