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giornata di ieri si è incendiata la battaglia di Forza Italia contro la legge sul voto di scambio.
Il
Presidente Brunetta ha manifestato la
necessità di rivedere il testo di legge dopo le modifiche inspiegabili
apportate al Senato.
Secondo
l’ex ministro, l’eccessiva e inammissibile estensione della fattispecie di
reato rappresenta un’arma impropria nelle mani di chi voglia paralizzare ogni
attività politica, soprattutto nel sud del Paese.
Il
testo dell’articolo
416-ter amplia ulteriormente l’elenco delle condotte che determinano
lo scambio illecito e innalza la pena nel minimo e nel massimo, parificandola
alla pena prevista per l’associazione mafiosa.
Inoltre
le modifiche apportate rendono ancora più incerta l’individuazione della
fattispecie criminosa evidenziando il problema dal punto di vista del diritto
processuale, consegnando ulteriori poteri alla magistratura inquirente.
La
formulazione
molto vaga del reato consente a molti pubblici ministeri non tanto
di applicare la legge, quanto di interpretarla.
Una
simile disposizione determina inoltre il rischio che il racconto della
"promessa” di voto, e, quindi, l’accusa che può determinare la paralisi
dell’attività politica, sia rimessa proprio nelle mani dei mafiosi che si
intende combattere.
Si
susseguono da oltre vent’anni dalla sua introduzione, le proposte di modifica dell’art.
416-ter; dopo il testo unificato approvato all’unanimità dalla Camera lo scorso
16 luglio 2013, il testo malconcio tornato dal Senato non fa altro che
aumentare il rammarico.
Per
di più ci si aggiunge l’ipocrisia ideologica del Pd, che al momento si
ostina dall’esternare le perplessità che ha su questa legge.
È
per questo che diventa motivo di gioia e stupore, la notizia che a spalleggiare Forza Italia in questa battaglia per garantire un efficace azione di
contrasto agli interessi mafiosi che si incrociano con i poteri istituzionali,
ci sia anche Alfano e il Nuovo Centrodestra.
Nel
corso delle dichiarazioni di voto in merito alla pregiudiziale di
costituzionalità presentata al testo dal gruppo Forza Italia, NCD ha espresso la
volontà di astensione come appello per una auspicata modifica della
disposizione.
Da
qui l’intesa comune di audire in tempi rapidi gli addetti ai lavori affinché si
costituisca un provvedimento non solo condiviso ma anche equilibrato.
A
nostro avviso è un grande segno di responsabilità il fatto che tutti i partiti
affrontino una questione così delicata senza ipocrisie, lasciando da parte
accuse e litigi che non servono a dissetare la necessità di riforme di cui ha bisogno il nostro Paese.
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