mercoledì 21 ottobre 2015

CAOS PD - Marino tiene in ansia Renzi minacciando il ritiro delle dimissioni. Renzi tiene in ansia i cittadini romani minacciando di spostare le elezioni per non rischiare di perderle. La partita a dadi si gioca sulla pelle dell’Urbe, ormai ferita e maltrattata


M
olti sostengono che il tempo sia la miglior cura possibile. Matteo Renzi deve pensarla evidentemente in questo modo. La situazione traumatologica in cui versa il Partito democratico, impone al premier la necessità di poter fissare la data per le prossime amministrative del 2016 nella domenica più lontana possibile.


Il voto inizialmente programmato per la prossima primavera rischierebbe di essere spostato alla seconda domenica di giugno, con gli eventuali ballottaggi che slitterebbero al 26 giugno, in estate già iniziata.

Renzi è consapevole della drammatica situazione in cui versa il Partito democratico, il quale a causa dello scandalo Marino e dell’incerta situazione De Luca in Campania a causa della Severino, rischia di prendere una sonora legnata alle prossime elezioni. I sondaggi lo dimostrano, considerando che solamente a Roma il Partito democratico è sceso intorno al 19,7%.

I numeri non mentono mai, a differenza di Marino; il marziano continua a scimmiottare la famosa ballata della scusa, cavallo di battaglia del chirurgo genovese sin dai tempi in cui venne cacciato dall’Università americana di Pittsburgh. Marino probabilmente con la deposizione spontanea dell’altro ieri davanti ai magistrati sta cercando di riqualificare la sua immagine politica, a prescindere dalla paventata ipotesi che possa ritirare le dimissioni.
Il suo gesto potrebbe anche aver significato una respinta preventiva dall’eventuale accusa di peculato, certo è che le postume parole del sindaco dimissionario hanno tolto per qualche ora l’ossigeno nelle buie stanze del Nazareno. Renzi e Orfini hanno immediatamente provveduto a respingere l’ipotesi che si possa andare avanti con Marino, convocando una riunione con tutti i consiglieri comunali del Pd.

Fonti  interne ci fanno sapere che il gruppo non sia compatto nella scelta di sfiduciare il sindaco e tutto questo tiene estremamente in ansia il Presidente del Consiglio

Renzi, assetato di potere com’è, non vuole rischiare di perdere neanche una delle grandi città in cui si voterà il prossimo anno ed è per questo che ha estremamente bisogno di una bacchetta magica in grado di cancellare gli scandali che hanno travolto il Pd negli ultimi mesi.

Per quanto riguarda Marino, a prescindere di come si concluderà la vicenda giudiziaria, certamente non sarà risolta la vicenda politica e la distanza che ci separa dal 2 novembre sembra ogni giorno di più interminabile.


Nel caso in cui Marino optasse per il clamoroso ritiro delle dimissioni, il Pd avrebbe tra le mani l’arduo compito di sfiduciarlo. Un danno d’immagine per il partito difficilmente risanabile, che comproverebbe la totale inadeguatezza delle primarie all’acqua di rosa che sono soliti teatralizzare. Per di più servirebbero circa 27 consiglieri comunali per portare via il marziano dal Campidoglio, il che costringerebbe il Pd a bussare alle varie porte delle opposizioni. Complimenti Renzi e complimenti Orfini, il risultato di tutto ciò è solo colpa vostra.

Nessun commento: