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la nostalgia il leit motiv che ruota intorno
all’uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 27 marzo del film di Veltroni
dedicato alla figura di Enrico Berlinguer.
L’ex leader del Pd ha deciso di documentare gli ultimi dieci anni di vita di
colui che nella memoria collettiva e collettivistica è riuscito a dare nuove
vesti al comunismo di questo Paese.
Berlinguer
conosciuto come il padre fondatore dell’euro comunismo, ha avuto il
merito e soprattutto il coraggio di rompere l’alleanza politica con Mosca,
con la speranza di far evadere il Pci dal ghetto in cui per tanti anni si era
stagnato. Berlinguer nel nome di un’integrità morale autocertificata, ha
cercato di elevare eticamente la natura del Partito comunista italiano rispetto
a tutti gli altri e in particolare a quelli che operavano nei paesi
occidentali.
L’eredità
politica di tale pensiero si manifesta ancora oggi, nonostante del Partito
comunista italiano non ci sia più traccia; quella sorta di razzismo verso il
popolo e soprattutto verso coloro che abbiano una concezione negativa di ciò
che abbia rappresentato il comunismo si manifesta nei comportamenti del
cosiddetto “comunista
ripulito”, i radical chic del nuovo millennio, i quali in preda ad
attacchi di nostalgia amano rinverdire il mito del comunismo italiano
rievocando talvolta la figura del Berlinguer di turno.
Ma
la storia lo sappiamo è fatta di buchi, per lo più oscuri. Ci concediamo quindi
alcune riflessioni.
Ad
esempio per quale motivo ancora oggi non è mai stata fatta luce sulla provenienza
dei denari
sovietici che per oltre un
terzo di secolo hanno sostenuto il Partito comunista italiano? Per quale motivo tutti
i partiti non comunisti sono crollati negli anni novanta sotto i colpi della
criminalità finanziaria e al Pci non è
toccata la stessa sorte?
Eppure
anche i muri sono a conoscenza del legame finanziario
segno del profondo legame politico che da sempre ha accomunato il Pci e l’Urss
nella veste di potentissima centrale internazionale.
Come
tutti sanno tali flussi finanziari sono proseguiti anche successivamente al
cambio di rotta di Berlinguer. Per quale motivo allora il compianto ex leader
del Pci non si adoperò per trovare un accordo sulla regolamentazione del
finanziamento ai partiti? Evidentemente anche lui ritenne che era meglio
affidarsi ai finanziamenti esteri illegali, venendo meno ai suoi principi di
integrità morale comunista.
Probabilmente
il suo atteggiamento era rafforzato dall’omertà di una classe dirigente che
allora come oggi ha scientificamente ignorato lo scempio dei finanziamenti
esteri ai partiti italiani soprattutto quelli a favore dei comunisti italiani
da parte dell’Urss.
Altro
aspetto della nostra riflessione è sul caso Moro.
Ci
chiediamo senza ottenere risposta, almeno nella nostra testa, sul perché Berlinguer non sia mai stato tirato in
ballo nella vicenda che ha portato all’omicidio di Aldo Moro.
Eppure
egli stesso partecipò in maniera concreta alla realizzazione del compromesso storico,
che coincideva con la volontà di Berlinguer stesso di accedere al governo
guardandosi alle spalle.
Lo
testimonia la partecipazione tra gli attori del film di Veltroni la presenza di
un attore speciale: l’ex brigatista Alberto
Franceschini. Per quale motivo sono finiti sotto la lente
dell’opinione pubblica solo Cossiga
e Andreotti?
A
nostro avviso non è corretto che venga cucita sulla figura di Berlinguer una
caricatura nostalgica a stampo moralistico. Saremmo stati più contenti se
Veltroni avesse dichiarato: “ho una nostalgia canaglia di quegli anni in cui
ero considerato uno dei ragazzi di Berlinguer”.
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