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ra poco si giocherà una
partita molto importante per il nuovo governo Renzi: quella delle nomine dei manager
pubblici delle società partecipate dal ministero dell’Economia. Ci
sono 350 posti disponibili,
piccoli e grandi posti. Posizioni decisive per la nostra economia.
Eni, Enel e Terna
esigono vertici in grado di raccogliere le grandi sfide internazionali che
l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni.
Purtroppo al
momento non ci sono le tempistiche per ideare nuovi sistemi di designazione,
per cui ci auguriamo che alle amicizie e ai nepotismo si sostituisca
l'oggettività di trasparenza e merito. Ci sarà un disperato rincorrersi tra
politici, markettari, lobbisti, venditori di fumo e creduloni, ma a farci ben
sperare è l’esistenza di una normativa seppur discutibile, che dispone i
criteri per la selezione.
Le direttive
prevedono dei requisiti
di eleggibilità: non può essere nominato chi ha incarichi politici
elettivi, bisogna essere in possesso di un esperienza giuridica, finanziaria o
industriale. Per ambire ad una presidenza è richiesta una navigata esperienza
aziendale coadiuvata da risultati in termini economici positivi.
La “procedura
standard” prevede che gli aspiranti vengano individuati da società
specializzate nella ricerca di top manager, successivamente le candidature per
ambire ad un ruolo in una società partecipata dalla Stato verranno sottoposte
al giudizio di un Comitato di garanzia del Tesoro, al momento composto da
Cesare Mirabelli, Vincenzo
Desario e Maria Teresa
Salvemini Ristuccia, tutti e tre altamente qualificati sia in
termini professionali che accademici. Senza il loro bene stare la nomina è out.
Noi dal canto nostro continuiamo a credere -
fino prova contraria - nella buona fede di un sistema che si definisce
meritocratico, certi che il governo non elargirà nomine per affiliazione
impropria. Se qualcuno intende comprare il biglietto per accedere alla fiera
delle nomine può farlo inviando la sua candidatura: candidature@tesoro.it. Suerte.
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