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oma, un porto franco senza
controlli. È questo il verdetto
sull’amministrazione di Roma Capitale, a seguito delle indagini svolte
dall’Anticorruzione sotto il controllo Raffaele Cantone.
Numeri
raccapriccianti, che nascondono il malaffare scoperchiato nel dicembre dello
scorso anno con l’inchiesta “Mondo di mezzo” e definitivamente esploso con la
triste pagina di “Mafia Capitale”.
Un sistema di assegnazione dei
lavori quindi scevro da qualsiasi regolamento, metodi funzionali esclusivamente
al raggiungimento di fini personali, in totale discordia con gli interessi
delle collettività, gli unici obbligatoriamente perseguibili.
Un
sistema che, da quanto emerge, si è caratterizzato per il continuo ricorso a
procedure negoziate per gli interventi che riguardavano invece forniture e approvvigionamenti
di primissima necessità, ovvero vitali per la fruibilità dei servizi primari
nella Capitale.
Marino cosa ne
pensa? Potrebbe
almeno darci un chiarimento sul continuo utilizzo dello strumento proroga
durante i suoi due anni di competenza; tutto finalizzato al
garantire la prosecuzione dei servizi. Pensate che molte sono state assegnate
con durata bimestrale o trimestrale, motivate dai continui rinvii per
l’approvazione del bilancio.
Quindi una totale assenza di
programmazione, nonostante si
parlasse di servizi vitali e improcrastinabili per la città, che con questo
sistema ha sicuramente comportato un’ulteriore lievitazione dei costi.
Roma
nel caos quindi, e la premessa che abbiamo fatto è di significativa importanza.
Le indagini svolte riguardano anche l’amministrazione Alemanno,
ma la questione è che ora Alemanno non c’è più. Se ne è andato, ha perso le
elezioni. Il sindaco di Roma ora è Ignazio Marino,
e noi vogliamo che se ne vada anche lui.
Rappresenta
il triste presente di una città allo sbando, la sua giunta è stata letteralmente
fatta fuori dagli ordini di custodia cautelare, nonostante ciò con estrema
sfacciataggine riesce ancora ad andare in tv e dichiarare che va tutto bene. Ma
con quale coraggio? Forse con lo stesso che lo ha portato a donare alla
cooperativa “29 giugno” il suo primo
emolumento da sindaco.
D’altronde la riconoscenza si
può esprimere in vari modi. Che sia uno stipendio, che sia un appalto, sempre
di riconoscenza parliamo.
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