venerdì 31 luglio 2015

LA LITANIA MALEDETTA DEL PD - Il Vaticano sfiducia Marino che bacia la Boschi, sembrano tutti felici, alla Festa dell’Unità. A casa subito, elezioni subito

B
rindiamo al Pd e a Roma. Queste le parole di Ignazio Marino a margine del discusso abbraccio con Maria Elena Boschi. Ma quale brindisi, qualcuno gli tolga il vino. Come fa a non rendersi conto che sta letteralmente ridicolizzando la Capitale d’Italia. Altro che NY Times o Le Monde.


È un Marino che vive fuori dalla realtà quello che si compiace per il lavoro svolto fino ad ora, follia pura.
Ieri in quella comparsata sul palco alla festa dell’Unità, con quell’abbraccio mortale con la Boschi, hanno pensato di farci credere che la pace tra il Campidoglio e il governo fosse stata sancita.

Sappiamo tutti che non è così. Marino ha le ore contate e il terzo rimpasto di giunta gli permetterà di arrivare forse solo alla prossima primavera.

Il prolungamento di una lenta agonia, mal visto persino dal Vaticano e da Papa Francesco. Infatti dalle colonne dell’Osservatore romano si è letteralmente alzato un coro di disapprovazione per quanto non sta avvenendo in funzione dell’imminente Giubileo.
L’instabilità della giunta si è percepita fino alla punta del cupolone di San Pietro e il Vaticano ha voluto sottolineare la propria preoccupazione per un problema politico che rischia di compromettere le fasi di avvicinamento al Giubileo. Non tutti forse si sono accorti che mancano pochi mesi all’inaugurazione dell’8 dicembre e in quattro mesi dalla data dell’annuncio non è stato fatto assolutamente nulla.

Evidentemente qualcuno reputa che accogliere circa trenta milioni di pellegrini sia una passeggiata di salute.

Non la pensa così l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, che in un’intervista ha criticato l’operato di Marino e l’immobilismo sulla preparazione per il Giubileo. La cosa curiosa è che Rutelli ha mosso pesanti critiche anche sulle scelte del rimpasto, un monocolore Pd che non è piaciuto neanche all’ex leader della Margherita.

Grandissimo segno di responsabilità da parte di uno degli storici leader della sinistra, che addirittura evoca una giunta di salvezza cittadina per Roma.

Per intenderci, sulla falsa riga del tavolo di coesione nazionale tanto richiesto a Renzi e non ancora palesatosi.

Insomma Marino è unfit come Renzi. Entrambi hanno paura di assumersi le loro responsabilità. Uno ha paura di dimettersi, l’altro ha paura di dismettere. E Roma intanto viene derisa e allo steso tempo fatta prigioniera da bande di pusher che aggrediscono le forze dell’ordine.

Continuate pure a scappare. Ma presto la realtà vi  asfalterà.

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