I risultati del fenomeno
migratorio negli Stati Uniti sono sotto
gli occhi di tutti. Il fallimento del meltin pot americano, l’utopica
volontà di far convivere pacificamente una moltitudine di culture e tradizioni
distanti anni luce, rischia di ripetersi in molti paesi europei e soprattutto
in Italia.
Il razzismo e l’intolleranza dei
“bianchi d’America” i discendenti dei padri fondatori, verso le comunità
ispaniche, afro-americane, orientali e via dicendo, ha sempre toccato l’apice durante
i momenti di maggiore crisi politica ed economica del Paese. Esattamente le
stesse condizioni in cui versa l’Europa di oggi. In Italia il pericolo che
possa sfociare una becera ondata di razzismo è imminente.
Siamo un paese vecchio,
demograficamente insufficiente. Un paese che troppo spesso accenna a segni di
ripresa per poi ricapitolare sotto i colpi dell’austerity merkeliana. Il lavoro?
Agli occhi di una larga parte dell’opinione pubblica ormai ce lo rubano gli
immigrati. E pensare che ai figli di quest’ultimi, la sinistra obbligata al pagamento dei propri
debiti ideologici con il loro elettorato, vuole offrire lo Ius soli (acquisizione
della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati nel
territorio dello Stato, qualunque sia la cittadinanza posseduta dai genitori).
Inaccettabile.
Personalmente credo nel’utilità
dello Ius Sanguinis, che indica invece l'acquisizione di una cittadinanza per
il fatto della nascita da un genitore in possesso di quella cittadinanza.
Imperniato quindi sull’elemento della discendenza o della filiazione.
Altro capitolo, è che il Senato abbia accolto il lodo del governo sull’immigrazione clandestina.
In sintesi il reato di clandestinità
verrà trasformato da reato penale a illecito amministrativo ciò significa “che
chi per la prima volta” entra clandestinamente nel nostro Paese “non verrà
sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso” . Il quadro che si
prospetta non è dei migliori; pian piano si sta cercando di mettere in
discussione la legge Bossi-Fini, e per questo non oso immaginare le terribili
ripercussioni sul “mare nostrum” (vedi Letta) che vedrà ulteriormente
incoraggiate le scorribande dei trafficanti del mare con i loro orrendi
barconi.
E’ inutile girarci intorno,
seconda terza o quarta economia del continente, prima o seconda in termini di
produzione manifatturiera, non dobbiamo dimenticarci che noi siamo stati anche
l’Italia che ha visto milioni di connazionali andarsene, con la speranza di
offrire un futuro migliore ai figli. Capiamo quindi la sofferenza che si cela
dietro l’abbandono dei propri cari della propria terra d’origine; ma non è con
strumenti come lo ius soli o l’abolizione del reato di clandestinità che si
facilità l’integrazione di questi poveri disperati.
Non c’è più spazio per “diritti
per tutti”, ora abbiamo bisogno di leggi che incentivino la ripresa,
d’investimenti che creino posti di lavoro sfavorendo la delocalizzazione delle
grandi imprese italiane che lasciano per strada migliaia di italiani. C’è
bisogna di maggiore considerazione da parte dell’Europa sul tema delle
politiche migratorie.
Teniamo a mente le parole di Papa Francesco durante la sua visita a Lampedusa, ci renderemo conto che compassione e misericordia non sono sinonimi di Ius soli e abolizione reato di clandestinità.
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